Centinaia di richiedenti asilo costretti a dormire in strada a Trieste

Dopo lo sgombero del Silos, l’edificio abbandonato che per anni ha dato loro rifugio, passano la notte all’addiaccio a pochi passi dalla stazione.

Trieste – A Trieste, centinaia di migranti vivono per strada, in condizioni precarie, mentre attendono una risposta dalla Questura per la richiesta di protezione internazionale o l’assegnazione di un posto nei centri di accoglienza. La loro vita, come ha documentato un servizio di Sky Tg24 – si svolge a pochi passi dalla stazione centrale: trascorrono le giornate nel centro diurno, consumano i pasti nei giardini davanti ai binari e dormono sotto una pensilina al Porto Vecchio, a circa 150 metri di distanza.

Le strutture di accoglienza, attualmente sovraffollate, non riescono a fornire soluzioni adeguate. “Siamo costretti a fare i bisogni dove dormiamo, perché non ci sono bagni,” spiega uno di loro. Molti lamentano il freddo e il vento, riparandosi con tende e coperte distribuite dalla Rete sociale di Trieste. I migranti provengono da Pakistan, Nepal, Afghanistan, Bangladesh e Siria, dopo lunghi viaggi che li hanno portati in Italia, dove però non trovano l’accoglienza sperata. “Ho una ferita al piede e avrei bisogno di cure mediche,” racconta un altro, “ma sono costretto a vivere in strada.”

La chiusura, il 21 giugno 2024, del Silos, un edificio abbandonato che per anni ha offerto rifugio, ha costretto i migranti a spostarsi poco lontano, senza che la situazione migliorasse. I posti nei centri di prima accoglienza continuano a essere insufficienti. “È un’emergenza che potrebbe essere gestita,” afferma Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà. “È una crisi creata artificialmente.”

L’assessore regionale all’Immigrazione, Pierpaolo Roberti, ha promesso nuovi posti letto nei prossimi mesi, ma nel frattempo, un ulteriore sgombero ha colpito la pensilina del Porto Vecchio. Senza soluzioni concrete, molti migranti rischiano ancora di trascorrere le notti all’addiaccio.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa