La messa in opera del memorandum operativo stipulato tra la Procura etnea, il Comando Regionale Sicilia della Guardia di finanza e il Servizio Centrale, ha permesso di bloccare una multiforme attività criminale che operava nell’ambito etneo.
Catania – Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, i finanzieri del Comando Provinciale etneo, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di finanza (SCICO), hanno dato esecuzione a una sentenza del locale Tribunale, con cui il Giudice ha disposto la confisca del patrimonio, direttamente o indirettamente, riconducibile a 3 soggetti, condannati definitivamente, rispettivamente, per i reati di:
– Associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti, tra i quali l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, la truffa ai danni dello Stato, il riciclaggio e l’intestazione fittizia di beni (due soggetti).
– Esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, aggravato dall’aver agevolato un clan, favorendone l’infiltrazione occulta di “Cosa nostra catanese” nel peculiare settore economico (un soggetto).
Si tratta del primo esito dell’attività sinergica sviluppata in attuazione del memorandum operativo del 6 aprile 2022, stipulato tra la Procura catanese, il Comando Regionale Sicilia della Guardia di finanza e il predetto Servizio Centrale, volto a introdurre forme di collaborazione per la più completa applicazione dei provvedimenti di confisca in fase di esecuzione delle sentenze passate in giudicato, mediante l’effettuazione di ogni utile approfondimento finalizzato all’accertamento economico-finanziario della posizione dei condannati.
Nel dettaglio, nell’ambito di tale progettualità, è stata individuata la predetta sentenza con cui il Giudice ha altresì disposto la confisca nei confronti:
– Del soggetto condannato con l’aggravante mafiosa, di denaro, beni e altre utilità di cui lo stesso non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulta essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato ai redditi dichiarati.
– Degli altri due condannati, dei beni che costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo del reato, anche nella forma “per equivalente”, di cui i medesimi hanno disponibilità, anche indirettamente o per interposta persona, fino a concorrenza della somma di circa 592.000 euro per il primo e 606.000 euro per il secondo.
Per quanto sopra, allo scopo di dare effettiva e piena attuazione al dispositivo di confisca, le unità specializzate del GICO del Nucleo PEF e dello SCICO hanno effettuato specifici accertamenti economico-finanziari sul conto dei condannati, sulla scorta dei quali è stato possibile individuare sia i patrimoni direttamente riconducibili agli interessati sia i beni mobili e immobili di cui gli stessi risultano essere comunque titolari o averne la disponibilità per interposta persona.
Nel complesso, alla luce degli approfondimenti investigativi svolti, i citati finanzieri, sotto la direzione della Procura etnea, hanno sottoposto a misura ablativa definitiva:
– N. 7 immobili, di cui 2 situati in ciascuna delle province di Catania, Siracusa e Messina e 1 in quella di Palermo.
– N. 3 società, due delle quali con sede a Catania e una a Siracusa, operanti, rispettivamente, nei settori della rivendita bar, del commercio al dettaglio di confezioni per bambini e della raccolta di scommesse.
– N. 7 tra autovetture e motoveicoli.
– I saldi attivi, in corso di verifica, dei rapporti bancari e postali individuati (in totale 9 c/c), comprese 2 cassette di sicurezza, riconducibili ai condannati.
L’attività dei Finanzieri di Catania si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla locale Procura, dalla Guardia di Finanza etnea e dallo SCICO, volte al contrasto, sotto il profilo economico-finanziario, di tutte le forme di criminalità, anche di tipo organizzato, nonché dei tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale con i proventi illecitamente accumulati per effetto di condotte delittuose.