Il governo “ribadisce la necessità di mantenere la massima discrezione da parte della stampa per favorire il buon esito della vicenda”.
Roma – Prosegue l’attività diplomatica e del governo caso di Alberto Trentini, il cooperante italiano fermato il 15 novembre dall’autorità del Venezuela. Oggi c’è stata una riunione a Palazzo Chigi dedicata alla situazione che sta vivendo il nostro connazionale detenuto nel Paese insieme ad altri sette cittadini italo-venezuelani recentemente arrestati. All’incontro hanno preso parte il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dell’Interno, Matteo Piantedosi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, i vertici dell’Intelligence e il Capo della Polizia, Vittorio Pisani.
Farnesina e ambasciata italiana a Caracas, spiega una nota di Palazzo Chigi, stanno seguendo il caso di Alberto Trentini con la massima attenzione fin dall’inizio, attivando tutti i canali possibili per garantire una soluzione positiva e tempestiva. Il governo “ribadisce la necessità di mantenere la massima discrezione da parte della stampa al fine di favorire il buon esito della vicenda”. Nel corso della riunione a Palazzo Chigi il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto una conversazione telefonica con la madre di Alberto Trentini per esprimere vicinanza e rassicurarla sull’impegno delle istituzioni.
Due giorni fa l’incontro di Tajani con l’incaricato d’affari venezuelano: “Abbiamo ribadito la richiesta di liberazione del nostro concittadino e di tutti gli altri prigionieri politici. Abbiamo anche chiesto – aveva riferito il vicepremier – una visita consolare e che venga trattato nel rispetto delle regole. “Ce ne sono altri italo-venezuelani nelle carceri di quel Paese – aveva aggiunto – stiamo lavorando in tutti i modi per arrivare a capo della situazione con lo stesso impegno abbiamo lavorato per riportare a casa tanti altri italiani nei mesi e nelle settimane passate, da quando siamo al governo”.
Il titolare della Farnesina aveva anche riferito che nell’incontro col delegato d’affari gli era stato “confermato che Alberto è detenuto e abbiamo chiesto che sia trattato nel rispetto delle regole e ribadito la richiesta della visita consolare”. E ancora, il ministro ha poi invitato alla discrezione. “Continua l’attività diplomatica senza clamore e polemiche” per Alberto Trentini detenuto in Venezuela “con la determinazione necessaria per raggiungere questo obiettivo, prima per verificare le condizioni di salute e poi fare in modo che possa essere liberato. Come abbiamo chiesto discrezione e moderazione per Piperno e Sala, la chiediamo anche per questo caso”.
La situazione in Venezuela desta allarme e l’attività diplomatica si muove su crinali molto delicati: la vicenda di Trentini si inquadra nel clima di forte tensione che si è venuto a creare dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio che hanno confermato Maduro (ma l’esito è stato oggetto di contestazioni e proteste): da allora in Venezuela sono stati arrestati 127 cittadini stranieri (svizzeri, tedeschi, americani, spagnoli, italiani, ucraini, albanesi e olandesi) che ora sono detenuti.