Alberto Trentini

Caso Trentini, rinviata la missione diplomatica in Venezuela: il cooperante resta in carcere

L’inviato della Farnesina Luigi Vignali non è stato ricevuto a Caracas. Le opposizioni attaccano: “Tajani spieghi il fallimento”.

Roma – Alberto Trentini rimane dietro le sbarre del carcere El Rodeo di Caracas dopo nove mesi di detenzione, mentre la missione diplomatica italiana per il suo rilascio subisce un nuovo rinvio. L’inviato speciale della Farnesina Luigi Vignali, nominato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani a fine luglio per occuparsi del caso del cooperante italiano e degli altri quindici connazionali detenuti nelle carceri venezuelane, non è stato ricevuto dalle autorità di Caracas.

Il rinvio della missione diplomatica

Nonostante le rassicurazioni iniziali ricevute da Caracas, una volta giunto in Venezuela, Vignali si è trovato di fronte a un cambio di programma. L’appuntamento è stato rinviato di un paio di settimane e il diplomatico tornerà nel Paese sudamericano “appena possibile”. Secondo quanto emerso, il rinvio sarebbe dovuto a motivi interni alla dirigenza venezuelana, che sul caso Trentini e sugli altri italiani detenuti non avrebbe trovato una linea unanime.

Flash mob per Alberto trentini

La famiglia del quarantacinquenne, attraverso la legale Alessandra Ballerini, ha commentato: “Ne prendiamo atto ma confidiamo che il dialogo possa proseguire. Dopo quasi nove mesi di detenzione Alberto deve tornare a casa”. I familiari hanno inoltre rinnovato la loro “stima e gratitudine nei confronti dell’ambasciatore Vignali che auspichiamo possa recarsi a breve in Venezuela”.

Una detenzione che dura da novembre

Trentini si trova in carcere dal 15 novembre scorso, accusato genericamente di “cospirazione e terrorismo” dal governo Maduro. In questi lunghi mesi di detenzione, il cooperante ha potuto chiamare casa soltanto due volte: a maggio e a luglio, un dato che testimonia le difficili condizioni della sua prigionia.

“Abbiamo fiducia nell’impegno della nostra diplomazia”, ha aggiunto la famiglia, che continua a sperare in una soluzione diplomatica della vicenda.

Le critiche delle opposizioni

Il rinvio della missione ha scatenato le reazioni delle opposizioni parlamentari. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al ministro Tajani di “spiegare questo fallimento e le nuove strategie”.

Tajani

Zanella ha inoltre sollevato interrogativi sugli altri detenuti italiani: “Chi sono gli altri detenuti che lo stesso Tajani ha definito tempo fa ‘politici’? Da quanto tempo sono detenuti e perché l’Italia non ha mai reso nota questa circostanza?”.

Anche i deputati del Pd in commissione Esteri Enzo Amendola, Giuseppe Provenzano, Laura Boldrini, Fabio Porta e Lia Quartapelle hanno espresso preoccupazione: “Avevamo salutato positivamente la designazione di un diplomatico esperto e soprattutto conoscitore della difficile situazione dei nostri connazionali detenuti in Venezuela, ma dobbiamo constatare come la Farnesina continui ad avere difficoltà nella gestione di una vicenda che meriterebbe il massimo di attenzione e scrupolo istituzionale”.

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