Nelle fabbriche di Pomigliano d’Arco, Mirafiori, Piedimonte San Germano e Melfi: ritenuti esuberi per le esigenze produttive dell’azienda.
Roma – Dopo le dimissioni di Carlos Tavares la tensione e le preoccupazioni tra i lavoratori di Stellantis crescono di ora in ora, tra cancelli bloccati negli stabilimenti e presìdi nelle fabbriche. Dopo giorni di protesta è arrivata la prima tegola sui dipendenti dell’indotto. La Trasnova comunica infatti il licenziamento collettivo di 97 lavoratori impiegati negli stabilimenti Stellantis di Pomigliano d’Arco, Mirafiori, Piedimonte San Germano e Melfi, ritenuti esuberi per le esigenze produttive dell’azienda a causa della “volontà di Stellantis di cessare tutti i contratti in essere” dal 31 dicembre. La comunicazione è stata inviata ai sindacati di categoria.
Dei 97 esuberi, 54 sono impegnati nel solo stabilimento di Pomigliano d’Arco, dove da giorni i lavoratori Trasnova stanno bloccando gli ingressi merci della fabbrica, provocando, di fatto, il fermo delle produzioni. I sindacati sono sul piede di guerra. Mauro Cristiani, segretario generale Fiom Napoli, e Mario Di Costanzo, responsabile settore automotive Fiom Napoli sottolineano: “questo epilogo di una vertenza così dura, per le lavoratrici e d i lavoratori della Trasnova e per la Fiom è inaccettabile. A ciò si aggiunge la finta disponibilità di Stellantis ad essere parte attiva nell’individuare una soluzione non traumatica della vertenza, perché dichiarare di essere disponibile a riaprire la discussione con Trasnova ma, al contempo, ribadire la fine del contratto di Stellantis, è un ossimoro”.
“Accogliamo positivamente – aggiungono – la decisione del Mimit di anticipare l’incontro al prossimo 10 dicembre. Riteniamo, però, che quel tavolo debba essere presieduto dal ministro Urso perché, al question time del 4 novembre alla Camera, dichiarava che Stellantis era disponibile a verificare da subito le possibili soluzioni. Attendiamo di ascoltare direttamente dal ministro quale soluzione il Mimit ha individuato con la multinazionale francese affinché non un solo lavoratore della Trasnova sia licenziato”. Arriva anche l’affondo di Confindustria, secondo cui Stellantis deve dimostrare “di voler bene al paese”, dice il presidente Emanuele Orsini. Poi allarga il campo sulla crisi dell’auto.
“La cosa che mi chiedo è come mai, – afferma Orsini – quando parliamo di queste questioni, visti i problemi che avremo nel 2025 su alcune filiere legate al Green Deal, non ho mai vicino i sindacati a combattere le battaglie che servono per mantenere i posti di lavoro. Mi farebbe piacere averli a fianco a me, purtroppo non li vedo”. Come riporta il Sole 24 Ore, il leader di Confindustria sottolinea che “bisogna cambiare passo perché non c’è più tempo”. E ancora. “L’Italia ha fatto ciò che doveva fare nel passato, gli impegni verso Stellantis li ha mantenuti. A questo punto serve che Stellantis mantenga gli impegni verso il Paese”. Sul piatto della bilancia dare-avere, Orsini dice che Uil Paese “ha dato tantissimo a Stellantis, e prima ancora a Fiat e Fca, io credo che, nell’indotto complessivo, Stellantis debba restituire quello che gli è stato dato”.