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Caso Sangiuliano: la supertestimone ascoltata dai pm e l’account misterioso

10 Ottobre 2024 di Valentina Marsella

La Procura di Roma indaga per scoprire chi c’è dietro a Boccia. Chi è oltre all’imprenditrice di Pompei ad aver scatenato la bufera.

Roma – Continua l’attività istruttoria dei pm nell’indagine che vede indagata per minaccia a corpo politico e lesioni aggravate l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia dopo un esposto presentato dall’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno ascoltato come testimone l’ex vicepresidente della Regione Lombardia, Melania Rizzoli. Quest’ultima è amica sia dell’ex ministro che di Boccia.

Sangiuliano la cita nella denuncia affermando che Rizzoli gli ha riferito che “Boccia voleva essere nominata consigliere, e solo in tal caso si sarebbe fermata”. Nelle scorse settimane lo stesso Sangiuliano è stato ascoltato dagli inquirenti per chiarire alcuni passaggi dell’esposto. Al momento chi indaga sta valutando anche l’accusa di stalking a carico dell’imprenditrice di Pompei. Le indagini continuano, ma quello che hanno scoperto i pm – secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano – è che il suo account su Instagram è stato creato ad hoc, da esperti informatici, a supporto della tesi del complotto. L’account Instagram ‘Politica&Amori’ da cui sarebbero trapelate notizie sulla relazione tra l’ex ministro e la donna.

Melania Rizzoli e Gennaro Sangiuliano

Un account citato dall’ex ministro non più attivo sui social media. La creazione e l’amministrazione dell’account sono oggetto di discussione, poiché potrebbe essere stato gestito da un professionista del settore con una conoscenza specifica che ha utilizzato reti VPN provenienti da Paesi dell’Est Europa. Questo potrebbe aver comportato un costo tra i 15 e i 20 mila euro. Inoltre, si ritiene che il profilo sia stato gestito da un bot che ha cambiato identità 800 volte in sei anni. Questi dettagli indicano un coinvolgimento di professionisti nel caso, aggiungendo ulteriori complessità alla vicenda.

Dieci giorni fa per chiarire tutti gli aspetti della denuncia nei confronti di Maria Rosaria Boccia, l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, convocato dai magistrati coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi che ha preso parte all’atto istruttorio, ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a denunciare l’imprenditrice campana, ora indagata per minaccia a corpo politico dello Stato e lesioni aggravate. Quest’ultimo punto si riferisce a quanto avvenuto la notte tra il 16 e il 17 luglio scorso a Sanremo durante un diverbio con l’allora ministro che, è detto nella denuncia a cui sarebbero stati allegati anche documenti, è stato colpito da Boccia alla testa.

Gennaro Sangiuliano

Un fatto provato da una ferita visibile anche in alcune foto scattate a Sangiuliano nei giorni successivi in eventi pubblici. L’ex ministro è stato ascoltato con l’assistenza del difensore, Silverio Sica, visto che parallelamente c’è un’indagine nei suoi confronti in un procedimento connesso. Sangiuliano ha poi lasciato piazzale Clodio senza rilasciare dichiarazioni. “Abbiamo illustrato alcuni aspetti della denuncia che abbiamo presentato nei confronti di Boccia così come richiesto dai pubblici ministeri. Gli inquirenti ora con scrupolo vaglieranno quanto abbiamo messo a loro disposizione: abbiamo massima fiducia nell’autorità giudiziaria”, ha detto il legale dell’ex ministro.

I carabinieri del nucleo investigativo stanno passando al setaccio i dispositivi sequestrati: si tratta di tre cellulari, cinque schede sim, due pen drive, due pc e un tablet da cui gli investigatori stanno estrapolando chat e documenti. Tra le accuse formulate nel decreto di sequestro nei confronti dell’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, la circostanza che l’imprenditrice, dopo la fine della relazione affettiva extraconiugale con Sangiuliano e dopo aver appreso che la bozza del decreto di nomina firmata dal ministro era stata bloccata per volontà dello stesso” Sangiuliano, lo avrebbe contattato “ripetutamente”, “richiedendo appuntamenti, rifiutati.

Il Tribunale di Roma di piazzale Clodio

E ancora, “contattava ripetutamente gli uffici del Ministero per conoscere gli esiti della procedura di nomina; informava il politico di una sua presunta gravidanza; contattava ripetutamente la moglie di Sangiuliano, con chiari ritenimenti alla sua relazione extraconiugale con il marito; simulava la sua presenza in luoghi frequentati privatamente dall’ex ministro. Da qui la valutazione anche dell’accusa di stalking. Nel decreto di sequestro, tra le accuse, si legge che Boccia “pubblicava progressivamente, senza il consenso di Sangiuliano, foto private, nonché foto oggetto di manipolazione che la ritraevano all’interno del Ministero; divulgava progressivamente e in modo frammentato, ai media e sui social, notizie attinenti alla sua relazione con il Sangiuliano, ai suoi rapporti con il Ministero per la Cultura e all’accesso a documenti e informazioni riservate del Ministero, ogni volta alludendo alla disponibilità di altre notizie compromettenti per il ministro”. I magistrati vogliono stabilire se l’ex ministro è stato in qualche modo ricattato dalla donna.

Categorie CRONACA, IN EVIDENZA Tag account, Gennaro Sangiuliano, indagini, maria rosaria boccia, melania rizzoli, Procura di Roma
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