Caso Sangiuliano: il decreto di sequestro nei confronti di Boccia, analisi su cellulari e pc

Iniziate le operazioni di estrapolazione dei dati dal materiale informatico reperito nell’abitazione dell’imprenditrice indagata.

Roma – Maria Rosaria Boccia “dopo la fine della relazione affettiva extraconiugale con Sangiuliano e dopo aver appreso che la bozza del decreto di nomina firmata dal ministro era stata bloccata per volontà dello stesso” Sangiuliano, avrebbe contattato “ripetutamente” l’ex ministro “richiedendo appuntamenti, rifiutati; contattava ripetutamente gli uffici del Ministero per conoscere gli esiti della procedura di nomina; informava Sangiuliano di una sua presunta gravidanza; contattava ripetutamente la moglie di Sangiuliano, con chiari ritenimenti alla sua relazione extraconiugale con il marito; simulava la sua presenza in luoghi frequentati privatamente dall’ex ministro”. Sono alcune delle accuse formulate nel decreto di sequestro nei confronti dell’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, indagata dalla procura di Roma per i reati di violenza o minacce a corpo politico e lesioni personali. 

L’indagine è scattata con la denuncia dell’ex ministro della Cultura che dopo lo scandalo si è dimesso. Così i Carabinieri del nucleo investigativo di Roma hanno fatto irruzione a Pompei, nella casa dell’imprenditrice, per perquisire l’abitazione e sequestrare cellulari e altri dispositivi. Le operazioni di estrapolazione dei dati dal materiale informatico sequestrato dagli investigatori sono iniziate. Gli accertamenti sono stati delegati ai carabinieri del nucleo investigativo che adesso analizzeranno i dispositivi sequestrati: si tratta di tre cellulari, cinque schede sim, due pen drive, due pc e un tablet da cui gli investigatori estrapoleranno chat e documenti.

Maria Rosaria Boccia

Nel decreto di sequestro, tra le accuse, si legge che Boccia “pubblicava progressivamente, senza il consenso di Sangiuliano, foto private, nonché foto oggetto di manipolazione che la ritraevano all’interno del Ministero; divulgava progressivamente e in modo frammentato, ai media e sui social, notizie attinenti alla sua relazione con il Sangiuliano, ai suoi rapporti con il Ministero per la Cultura e all’accesso a documenti e informazioni riservate del Ministero, ogni volta alludendo alla disponibilità di altre notizie compromettenti per il ministro”.

I magistrati vogliono stabilire se l’ex ministro è stato in qualche modo ricattato dalla donna. Per il legale di Sangiuliano, Silverio Sica, è “innegabile che l’ex ministro Sangiuliano sia stato oggetto di pressioni illecite da parte della dottoressa Boccia che, a mio modo di vedere – ma la decisione spetterà ai magistrati – prefigurano il reato di tentata estorsione”. Sulla denuncia contro Boccia il legale aveva sottolineato di essere a lavoro per allegare all’esposto anche una serie di documenti che dimostrato l’assoluta correttezza della condotta del mio assistito. Nell’atto che metteremo a disposizione dei pm forniremo una ricostruzione cronologica e dettagliata di questa vicenda che è e resta privatissima”.

L’ex ministro Gennaro Sangiuliano

In parallelo sulla vicenda c’è l’indagine aperta dalla Procura sul caso Sangiuliano e anche quella della Corte dei Conti. I reati ipotizzati dai magistrati capitolini nei suoi confronti sono quelli di peculato e rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio. Come da protocollo, il fascicolo è stato trasmesso al tribunale dei ministri, considerando la carica ricoperta fino a pochi giorni fa da Sangiuliano. Anche la Corte dei Conti vuole vederci chiaro e verificare tutti gli eventuali profili erariali. Sulla vicenda viene tenuta la massima riservatezza. I magistrati contabili verificheranno eventuali profili di danno erariale legati all’uso di denaro pubblico: sotto la lente le spese per le trasferte di viaggio in cui è coinvolta Boccia.

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