Caso Sangiuliano, Garante: “rispettare dignità”, quando la giustizia diventa gossip

Le chat dell’ex ministro e Maria Rosaria Boccia, ‘liti e finte gravidanze’, fanno parte della documentazione allegata alla denuncia.

Roma – Sulla vicenda dell’ex ministro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia il Garante della Privacy richiama media e siti “al più rigoroso rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali e, in particolare, al criterio dell’essenzialità dell’informazione”. “E’ indispensabile garantire la dignità di tutte le persone coinvolte, omettendo di pubblicare dettagli intimi se non rispondono a esigenze realmente informative”. Il richiamo arriva dopo la pubblicazione sui media di messaggi nella chat tra Sangiuliano e Boccia. L’ex ministro ha presentato una denuncia nei confronti dell’imprenditrice in cui si si ipotizzano i reati di tentata estorsione e violazione della privacy.

Certo è che quando in un’inchiesta giudiziaria il personaggio chiave è un ministro, che poi si dimette per uno scandalo come è avvenuto per Sangiuliano l’informazione diventa vorace e capace di far partire la macchina del gossip. La giustizia mediatica può sostituirsi alle aule di Tribunale. Il quotidiano La Verità ha pubblicato una serie di messaggi delle chat tra l’ex ministro E Maria Rosaria Boccia, ma in questo caso potrebbero essere utili a comprendere il legame che ci fosse tra i due e se Sangiuliano è stato vittima di un tranello. Si tratta di elementi che fanno parte della documentazione allegata alla denuncia presentata dal legale dell’ex ministro della Cultura, a carico dell’imprenditrice di Pompei. 

L’ex ministro Sangiuliano

Alcuni passaggi delle conversazioni. “Ho fatto delle cose che non avrei mai fatto”, reciterebbe uno dei messaggi di Sangiuliano indirizzati a Boccia, che risponde: “Hai ragione”. Poi un riferimento a quanto accaduto la notte tra il 16 e il 17 luglio: “Sfregiato […] Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo”. E lei: [Mi hai letteralmente mandato fuori di testa […] mi hai portato a un punto imbarazzante […] mi hai fatto diventare una iena”.

Secondo quanto riferisce il quotidiano, Boccia avrebbe chiesto all’ex ministro di poter controllare il suo cellulare. La Verità scrive inoltre di aver appreso che Boccia avrebbe proposto a Sangiuliano di firmare un patto di riservatezza secondo cui lui non l’avrebbe più dovuta cercare e lei non avrebbe mai rivelato la loro presunta storia intima. Ma, in alcuni dei messaggi riportati, Sangiuliano dice di rifiutarsi di firmare alcun documento. Inoltre – sempre secondo il giornale – il 2 agosto scorso Sangiuliano digita: “Sono arrivato al punto di non farmi problemi se tu fossi incinta di me, anzi sarei stato felicissimo”. Mentre una settimana dopo lei dice: “Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai nel rispetto di tuo figlio”.

Maria Rosaria Boccia e Gennaro Sangiuliano

Ma il punto clou della denuncia, di cui parla sempre La Verità, è quella che riguarda la nomina a consigliera Grandi Eventi. Che secondo l’esposto dell’avvocato Silverio Sica è la causa scatenante della guerra di Boccia. Insieme alle fake news che Boccia avrebbe lanciato sui social per metterlo alle strette. E ricattarlo. La ricostruzione parte dal 26 agosto. È il giorno in cui lei annuncia di essere stata nominata. Secondo Sangiuliano il ministro aveva chiesto ai suoi collaboratori di annunciarle che il contratto era saltato. Per “potenziali conflitti d’interesse”, visto che Boccia era titolare di una società di pubbliche relazioni, la Cult Communication srl. Anche se in uno dei due curriculum inviata a via del Collegio Romano aveva dichiarato di averla chiusa. Ci sarebbe prova della comunicazione ricevuta da Boccia.

Soltanto dopo aver saputo della mancata nomina, è la ricostruzione dei legali di Sangiuliano, Boccia avrebbe annunciato che era stata nominata. E lo avrebbe fatto, è sempre la tesi dell’esposto, proprio allo scopo di ricattare l’ex ministro. 

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