Caso Orlandi, continua lo show: rispunta la pista inglese, ma è un cavallo di ritorno

Occuparsi della ragazza scomparsa 41 anni fa è diventato un pretesto per fare audience e confondere le ipotesi con la verità. Che però è nemica dello spettacolo.

ROMA – Sulla scomparsa di Emanuela Orlandi si è detto, soprattutto si è scritto, tutto ed il contrario di tutto. Da ben 41 anni le ipotesi investigative sulla sparizione della cittadina vaticana sono state tante e tali da finire tutte in un buco nell’acqua, che a più di qualcuno, indubbiamente, ha fatto comodo.

La stessa famiglia della ragazzina, sparita nel nulla e probabilmente morta ammazzata, ha sostenuto diverse supposizioni che, però, non hanno portato a nulla se non ad incrementare l’audience di giornali e tv che non perdono occasione per raccontare l’ultima notizia, vera o falsa che sia.

Due casi di ragazzine scomparse strettamente legati

A parte la Procura di Roma e le autorità giudiziarie vaticane, sta lavorando molto bene la Commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta dal senatore Andrea De Priamo, che, nei giorni scorsi, ha sentito, fra gli altri personaggi che si sono succeduti al microfono dell’aula, Regina Martusciello, compagna di Emanuela alla scuola di musica.

La donna, una delle innumerevoli persone che hanno avuto a che fare con il caso Orlandi, ha spiattellato la sua verità, già a conoscenza degli investigatori dell’epoca e di quelli che hanno lavorato in tempi più recenti:

“Non eravamo proprio amiche: lei era molto più piccola di me, lei suonava il flauto e io cantavo. L’unico posto in cui eravamo insieme era a canto corale… Gli agenti mi vennero a prendere a Santa Severa da due mie amiche e ci interrogarono. Un poliziotto insisteva molto sulla vicenda dell’Avon. Ci chiesero poi su Alberto perché sapevano che gli piaceva. Era un ragazzo del gruppo a cui, a sua volta, piaceva Emanuela… A noi diceva: che dite? Mi guarda?’. Ma non succedeva proprio nulla, non era riuscito neanche ad uscirci. Secondo me Emanuela non lo sapeva nemmeno che a lui piaceva…”.

Insomma, niente di concreto, solo storie di vita che, dal punto di vista investigativo, ieri come oggi, di concreto hanno ben poco.

Valentino Miserachs Grau

Oggi è stato sentito monsignor Valentino Miserachs Grau, già maestro di canto corale e vice direttore della scuola di musica “Tommaso Ludovico da Victoria”, frequentata da Emanuela Orlandi. Anche l’alto prelato ha ripetuto la sua versione dei fatti, anch’essa già nota agli inquirenti di ieri e di oggi. La passerella continuerà sino ad esaurimento di testi e persone informate sui fatti, ma si giungerà davvero alla verità reale?

Pino Nicotri, noto giornalista e scrittore, che conosce a menadito il caso Orlandi ed i segreti vaticani che riguardano certi ambienti torbidi e affari sporchi, è piuttosto scettico. Specie per quanto attiene la spettacolarizzazione del caso, come per altri, e la comparsa di nuove piste che spessissimo non sono altro che cavalli di ritorno:

“Da qualche tempo Pietro Orlandi insiste di nuovo con la pista inglesescrive Nicotri – già lanciata in circostanze sospette nel 2011 e silenziata dopo un inutile quanto assai pubblicizzato viaggio a Londra di Pietro. Al ritorno ebbe il coraggio di dirsi speranzoso, ma di quella pista e annesse speranze non parlò più. Nella nuova versione della pista inglese Pietro sostiene che Emanuela per vari anni, fors’anche dieci o di più, sarebbe stata ospite forzata a Londra in un convitto dei Padri Scalabriniani. Pista ribadita con foga anche nella puntata di sabato 21 settembre del programma televisivo Verissimo, di Mediaset. Questa volta Pietro s’è deciso a fare il nome, Vittorio Bajoni, erroneamente riportato come Baioni, di chi gli ha raccontato di tale ospitalità forzata, di fatto una prigionia.

Pino Nicotri

Stando alle nuove “rivelazioni”, Bajoni è l’uomo che ha portato Emanuela in aereo a Londra per poi restare come suo custode, sistemato dai “rapitori” appositamente in un altro appartamento dello stesso convitto perché si occupasse lui di tutto il necessario per la vita della ragazza, a partire dall’andare a fare la spesa. Strano che per anni Emanuela non si sia mai ribellata, non abbia mai fatto neppure un tentativo di scappare dal convitto o almeno di far sapere in qualche modo ad altri che lei era Emanuela Orlandi, rapita e segregata…”.

La verità è nemica dello show e, se questo continuerà, su Emanuela sapremo solo menzogne.

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