Il gip rigetta la richiesta di una nuova perizia medico-legale: la lesione era già visibile dalla Tac dell’8 gennaio 2022. Accolto l’incidente probatorio su abiti, coltelli e reperti.
Trieste – Non fu il preparatore anatomico a provocare la frattura alla vertebra toracica T2 di Liliana Resinovich, la donna triestina scomparsa nel dicembre 2021 e ritrovata senza vita all’inizio del 2022 nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. A riferirlo è la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, secondo cui il giudice per le indagini preliminari ha rigettato la richiesta avanzata dagli avvocati di Sebastiano Visintin, marito della vittima e indagato per la sua morte, di procedere con una nuova perizia medico-legale.
La frattura già visibile prima dell’intervento del tecnico
La lesione alla vertebra T2 era stata rilevata tramite Tac l’8 gennaio 2022, tre giorni prima che il tecnico anatomico effettuasse qualsiasi operazione sul corpo. L’esame autoptico dell’11 gennaio, svolto presso l’obitorio di via Costalunga alla presenza dell’antropologa forense Cristina Cattaneo, aveva portato alla luce la frattura, inizialmente ritenuta forse causata da una manovra errata del personale.
Ad alimentare i dubbi era stata una testimonianza rilasciata a maggio 2024 dal preparatore stesso, che si era fatto avanti con gli inquirenti dichiarando: “Potrei aver causato io quella frattura”. Un’affermazione che aveva riaperto interrogativi sulla ricostruzione del decesso. Ma secondo il gip, la documentazione clinica disponibile è sufficiente a escludere questa ipotesi.
La morte ancora avvolta dal mistero
Liliana Resinovich, 63 anni, era scomparsa dalla sua abitazione a Trieste nel dicembre 2021. Il suo corpo fu ritrovato il 5 gennaio 2022, avvolto in due sacchi neri nel parco dell’ex ospedale psichiatrico. La seconda autopsia – affidata al team della professoressa Cattaneo – ha individuato una possibile causa di morte per soffocamento esterno, compatibile con un’azione omicida, ma non ha fornito prove definitive per confermare questa dinamica.
La frattura alla vertebra T2 non sarebbe comunque un elemento determinante per chiarire se vi sia stata o meno una soffocazione: lo precisa la relazione medico-legale, che non lega in modo univoco la lesione alla modalità di morte.
L’indagine prosegue: via libera all’incidente probatorio
Nel contempo, il giudice ha accolto la richiesta della procura di procedere con incidente probatorio su una serie di reperti già sequestrati e analizzati: gli abiti indossati da Liliana al momento del ritrovamento, i coltelli trovati in casa di Visintin e un bracciale nero e celeste consegnato alla polizia dal fratello della vittima. L’udienza è stata fissata per l’8 luglio 2025.