le sorelle cappa

Garlasco, il delitto Poggi e il mosaico familiare: il ruolo silenzioso delle gemelle Cappa

Dalla testimonianza di un’amica di Chiara Poggi, emerge un rapporto tra la vittima e le cugine più freddo di quanto descritto.

Garlasco (Pavia) – La tragedia di Chiara Poggi, assassinata il 13 agosto 2007 nella sua villetta di Garlasco, ha segnato non solo la cronaca nera italiana ma anche i rapporti familiari tra i Poggi e i Cappa, uniti da un legame di parentela che si è intrecciato con sospetti, confidenze e tensioni così come è stato ricostruito da un articolo sul quotidiano “Il Giorno”. Giuseppe Poggi, padre di Chiara, e Rosa Maria Assunta Cappa, madre delle gemelle Stefania e Paola Cappa, sono fratello e sorella, un vincolo che ha reso la vicenda ancora più complessa.

I rapporti tra fratello e sorella

Giuseppe Poggi, operaio originario di Gropello Cairoli, e sua sorella Rosa Maria Assunta Cappa hanno mantenuto per anni un rapporto tipico delle famiglie italiane, fatto di incontri durante le festività e momenti di necessità. Giuseppe, sposato con Rita Preda, impiegata comunale a Gropello, viveva con la figlia Chiara in una villetta in via Pascoli a Garlasco. Rosa Maria, invece, era la moglie di Ermanno Cappa, un avvocato di spicco che dirigeva il settore legale-societario della Banca Regionale Europea. La coppia viveva a Garlasco con le figlie gemelle, Stefania e Paola, che, secondo un’amica di famiglia, erano spinte dalla madre a inseguire il successo mediatico, con il sogno di “finire in televisione”.
Le dichiarazioni rese da Rosa Maria il 19 agosto 2007, pochi giorni dopo l’omicidio di Chiara, descrivono un rapporto “normale” tra le due famiglie. “Ci vedevamo a Natale e Pasqua, o quando c’era bisogno, come durante il ricovero di Paola a Vigevano, quando mia cognata Rita era sempre presente in ospedale”, ha raccontato. Tuttavia, le indagini hanno rivelato versioni contrastanti, che hanno gettato ombre su questa armonia apparente, alimentando sospetti su gelosie e rivalità all’interno della famiglia.

Chiara e le cugine: un legame in evoluzione


Nel 2007, Chiara Poggi, giovane laureata in economia, era una figura apprezzata a Garlasco per la sua serietà e dedizione agli studi. La sua relazione con Alberto Stasi, poi condannato per il suo omicidio, era vista come un simbolo di stabilità. Le cugine Stefania e Paola Cappa, di età simile, avevano un rapporto con Chiara che, secondo le loro dichiarazioni, si era intensificato nei mesi precedenti il delitto. Stefania, il 15 agosto 2007, ha riferito ai carabinieri: “Fino a maggio, ci vedevamo solo per le feste. Poi ho contattato Chiara per chiederle di presentarmi Marco Panzarasa, un amico prossimo alla laurea in Giurisprudenza, per un aiuto con i miei studi. Da allora, ci sentivamo quasi ogni settimana”. In un verbale del 13 agosto, Stefania ha aggiunto: “Io e Chiara avevamo un ottimo rapporto. Dopo la fine della mia relazione, avevo bisogno di confidarmi, e ci vedevamo quasi ogni giorno, parlando al telefono fisso o mobile”.

L’amica: “Contatti ridotti al minimo”

Parole che suggeriscono un legame di amicizia e confidenza, ma altre testimonianze dipingono un quadro diverso. Maristella Gabetta, amica d’infanzia di Chiara, conosciuta nel 1995 quando la sua famiglia si trasferì vicino ai Poggi, ha offerto una versione opposta. Il 22 agosto 2007, ha dichiarato: “I rapporti con le cugine Stefania e Paola erano minimi, limitati alle festività. Solo di recente, forse per i problemi di salute di Paola, le famiglie si erano riavvicinate. Ma Chiara non era amica delle cugine, non si confidava con loro e non uscivano insieme”. Il giorno successivo, Maristella ha rincarato: “Chiara non mi ha mai parlato di incontri regolari con Stefania, né di visite pomeridiane. Le conoscevo solo di vista”.


La madre di Maristella, Maria Ventura, ha aggiunto ulteriori dettagli. Il 23 agosto 2007, ha riferito: “Maristella mi diceva che Chiara non aveva dialogo con le cugine, considerate meno serie. Chiara mi raccontò che, alla sua festa di laurea, Stefania e Paola le fecero auguri formali, ma poco sentiti. Maristella sosteneva che le gemelle fossero invidiose del successo di Chiara, della sua laurea e della sua relazione con Alberto. Durante la festa, sembravano flirtare con lui, cosa che irritò Chiara, che le definì ‘capaci di tutto’”. Secondo Maria, Rosa Maria Assunta paragonava spesso Chiara alle sue figlie, alimentando una presunta gelosia.

La mattina del delitto: i movimenti dei Cappa


Il 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio di Chiara, i membri della famiglia Cappa hanno fornito alibi dettagliati, verificati dai carabinieri. Stefania trascorse la mattinata a casa, studiando per un esame di Diritto Penale, parlando al telefono con l’amica Lucrezia e andando in piscina con Emanuele Arioldi, oggi suo marito e padre dei suoi due figli. Paola, reduce da un intervento chirurgico, rimase quasi sempre in camera. Ermanno Cappa, l’avvocato, lasciò casa tra le 8.30 e le 8.50 per raggiungere il suo ufficio a Milano. Rosa Maria Assunta, invece, fu impegnata in una serie di commissioni: alle 10 pagò una bolletta Enel di 127,84 euro all’ufficio postale; alle 10.09 prelevò 250 euro dalla Banca Regionale Europea; alle 11.12 acquistò farmaci per 77,70 euro alla farmacia Bozzani di Garlasco. Questi movimenti, confermati da scontrini e ricevute, hanno escluso la sua presenza sulla scena del crimine.

Il Caso Garlasco e l’esclusione dei Cappa dall’inchiesta


L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nella villetta di via Pascoli, ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi nel 2015, dopo un lungo iter processuale. Le gemelle Cappa e la loro famiglia non sono mai state coinvolte direttamente nell’inchiesta, nonostante le tensioni familiari emerse dalle testimonianze. Le indagini si sono concentrate su Stasi, accusato di aver ucciso Chiara con un oggetto contundente, forse un martello, in un’esplosione di gelosia o per motivi mai del tutto chiariti. Le dichiarazioni di Maristella e Maria Ventura, pur suggestive, non hanno trovato riscontri concreti che collegassero le cugine al delitto, rimanendo confinate al piano delle dinamiche personali.

Le vite dopo la tragedia


A diciotto anni dall’omicidio, le gemelle Cappa hanno preso strade diverse. Stefania, laureata in Giurisprudenza, si è specializzata in diritto penale societario e diritto sportivo, lavorando nello studio legale del padre a Milano. Paola, invece, si è dedicata alla sua passione per la cucina, diventando una food blogger di successo, specializzata in cucina italiana, e dividendo la sua vita tra Milano e Ibiza. La famiglia Cappa ha lasciato Garlasco per stabilirsi a Milano, pur mantenendo la casa di via Leonardo da Vinci. Ogni 13 agosto, partecipano alla messa in suffragio di Chiara, un gesto che testimonia un legame, seppure segnato dalla tragedia, con la famiglia Poggi.

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