Nel primo semestre 2024 il costo in media è stato pari a 348,3 euro al megawattora, mentre ai colossi bastano 131,5 euro. In Italia le bollette più care dell’Eurozona.
Le microimprese italiane stanno affrontando un problema sempre più grave: il costo dell’energia elettrica. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, le piccole attività pagano il 165% in più rispetto alle grandi aziende, una disparità che incide pesantemente sulla sostenibilità economica di queste realtà.
Le microimprese, che rappresentano il 95% del tessuto economico italiano e impiegano il 42% della forza lavoro privata, nel primo semestre del 2024 hanno pagato l’energia elettrica a un prezzo medio di 348,3 euro per MWh, mentre le grandi aziende hanno sostenuto un costo di soli 131,6 euro per MWh.
In Italia le bollette più care dell’Eurozona
Rispetto agli altri Paesi dell’Eurozona, l’Italia è il Paese in cui le microimprese pagano di più per l’energia. Il prezzo dell’energia per le piccole imprese è superiore del 18,5% rispetto alla media dell’Eurozona, del 5,8% rispetto alla Germania, del 38% rispetto alla Francia e addirittura del 43,2% rispetto alla Spagna.
Il divario tra il costo dell’energia per le microimprese e le grandi aziende è un fenomeno diffuso in tutta Europa. Tuttavia, in Italia questa disparità ha un impatto particolarmente grave, data l’elevata incidenza delle piccole imprese sull’economia. Mentre in Italia le microimprese pagano il 164,7% in più rispetto alle grandi aziende, in Germania il divario è del 136,2%, in Spagna sfiora il 200% e in Francia raggiunge il 242%.
Le cause dell’alto costo dell’energia
La principale causa di questa differenza è la riforma degli energivori del 2018, che ha garantito agevolazioni sui costi energetici alle grandi industrie, scaricando il peso degli oneri sulle piccole imprese. A incidere ulteriormente sono le tasse e gli oneri di sistema, che in Italia rappresentano il 18,4% del costo dell’energia per le microimprese, contro il 14,7% in Germania, l’8,5% in Spagna e il 3,5% in Francia.
Non solo le imprese, ma anche le famiglie soffrono la povertà energetica. Circa 2,4 milioni di nuclei familiari, pari a 5,3 milioni di persone, vivono in abitazioni poco salubri, con difficoltà di riscaldamento e raffrescamento. Le regioni più colpite sono Calabria (19,1% delle famiglie), Basilicata (17,8%) e Puglia (17,4%).
L’elevato costo dell’energia per le microimprese è un problema che richiede interventi urgenti da parte del governo. Misure come la revisione della riforma degli energivori e la riduzione degli oneri fiscali potrebbero contribuire a riequilibrare il mercato, permettendo alle piccole attività di rimanere competitive e garantendo una maggiore equità nell’accesso all’energia.