Caro affitti – Proposta di canone calmierato a 300 euro per i fuori sede

Il CNDDU intende sottoporre all’attenzione del Ministro Giuseppe Valditara, una proposta strutturata per contrastare il grave problema del caro affitti.

Roma – La questione abitativa rappresenta un ostacolo concreto all’esercizio della professione docente, soprattutto per quanti sono costretti a spostarsi centinaia di chilometri dalla propria residenza per garantire la continuità didattica. Tale condizione produce non solo disagio personale, ma anche conseguenze sul sistema scolastico nel suo complesso, con rinunce a immissioni in ruolo, difficoltà di copertura delle cattedre e discontinuità didattica.

Il CNDDU ( Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani) propone l’istituzione di un canone di locazione calmierato a 300 euro mensili per i docenti fuori sede, con copertura statale della quota eccedente. Lo Stato, in tal modo, si assumerebbe l’onere della differenza, attraverso meccanismi di sostegno al reddito e sgravi fiscali per i proprietari che aderiranno alla misura.

Romano Pesavento, presidente CNDDU

Il fondamento normativo risiede nell’art. 36 della Costituzione, che garantisce al lavoratore una retribuzione adeguata a un’esistenza libera e dignitosa, e nell’art. 3, che impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano la piena uguaglianza dei cittadini. Inoltre, l’attuale regime della cedolare secca (D.Lgs. 23/2011) offre già un quadro fiscale su cui innestare tali agevolazioni, rendendo praticabile la proposta senza stravolgimenti dell’ordinamento vigente.

Il meccanismo si articolerebbe in tre punti:

  • Contratti di locazione registrati con canone massimo fissato a 300 euro.
  • Copertura statale della quota eccedente tramite fondo nazionale gestito dal Ministero dell’Istruzione.
  • Incentivi fiscali ai locatori, mediante detrazioni, riduzioni delle imposte comunali e applicazione della cedolare secca agevolata.

L’intervento proposto non è soltanto un aiuto economico, ma rappresenta un atto di giustizia sociale e di valorizzazione della funzione docente. Un insegnante costretto a destinare gran parte dello stipendio a spese abitative non può esercitare serenamente il proprio lavoro, né garantire il pieno impegno che la scuola italiana merita. Occorre sottolineare che già oggi molte famiglie di insegnanti vivono situazioni di forte precarietà: i redditi bassi, combinati con affitti insostenibili, rischiano di produrre un esodo forzato dalla professione. Ciò contrasta con il principio costituzionale della tutela del lavoro e mina la stabilità del sistema educativo nazionale.

Il problema del caro affitti diventa ogni anno più grave

Tale misura genererebbe vantaggi significativi: riduzione delle rinunce alle sedi lontane, maggiore attrattività della professione, tutela della continuità didattica e valorizzazione del ruolo sociale dell’insegnante. Si tratta di un investimento in capitale umano e coesione sociale, non di un mero costo.

Il CNDDU auspica l’apertura immediata di un tavolo interministeriale (Istruzione, Economia, Infrastrutture) per definire i dettagli attuativi della proposta, che potrebbe trovare spazio già nella prossima legge di bilancio. Una scelta politica di questa portata, infatti, mostrerebbe la volontà concreta di invertire una tendenza che da anni scoraggia giovani docenti a intraprendere o proseguire la carriera.

Inoltre, il CNDDU invita con forza che la questione venga posta all’ordine del giorno dei prossimi incontri tra il Ministro e le sigle sindacali, affinché il tema venga discusso non solo in sede tecnica, ma anche nell’ambito delle trattative contrattuali e delle rivendicazioni sindacali. Solo una strategia condivisa tra governo, parti sociali e rappresentanze dei docenti potrà produrre soluzioni realmente efficaci. La proposta, inoltre, avrebbe un impatto positivo anche sul mercato immobiliare, stimolando la stipula di contratti regolari e riducendo l’incidenza di affitti in nero. Un sistema trasparente, sostenuto da agevolazioni fiscali, tutelerebbe sia i docenti sia i proprietari, creando un circuito virtuoso di legalità e responsabilità sociale.

È fondamentale che il tema del caro affitti venga riconosciuto come una questione nazionale, al pari delle emergenze che riguardano la sanità o le infrastrutture, poiché incide direttamente sulla qualità del servizio pubblico più prezioso: l’istruzione. Garantire condizioni di vita dignitose ai docenti significa assicurare stabilità e qualità alla scuola pubblica, cuore pulsante della nostra democrazia. È una responsabilità che non può essere rinviata ulteriormente, poiché ogni ritardo si traduce in nuove rinunce, nuove difficoltà per le scuole e minori opportunità per gli studenti.

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