Docente al Fermi Galilei di Ciriè, l’uomo era già stato allontanato da scuola due mesi fa, quando le denunce dei genitori avevano fatto scattare l’indagine.
Ciriè (Torino) – Un professore 50enne dell’Istituto superiore Fermi Galilei di Ciriè è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari con l’accusa di molestie e violenze sessuali nei confronti di alcuni studenti. La misura cautelare, disposta nei giorni scorsi dalla Procura di Ivrea, arriva al termine di un’indagine avviata due mesi fa, quando alcune denunce di genitori hanno fatto scattare l’allarme.
Il docente, inizialmente allontanato dalla scuola e poi sostituito, è finito sotto la lente dei carabinieri di Ciriè, che hanno raccolto le deposizioni di circa 40 studenti in audizioni protette. I racconti parlano di contatti fisici ingiustificati – carezze, massaggi e atteggiamenti ambigui durante le lezioni – che avrebbero generato un clima di disagio e paura tra gli allievi. Un professionista preparato e competente, apprezzato per la sua didattica, ma ora travolto da accuse gravi.
Le indagini, coordinate dal pm Ludovico Bosso, proseguono per chiarire l’intera portata dei fatti e verificare eventuali omissioni o complicità. A complicare il quadro, un secondo filone investigativo: la diffusione di video girati dagli studenti all’insaputa del professore, su suggerimento di una terza persona, per documentare i suoi comportamenti. Questi filmati, condivisi sui social senza autorizzazione, hanno portato all’indagine di un altro soggetto per violazione della privacy. I carabinieri hanno sequestrato pc e telefoni dell’individuo, denunciato da un genitore il cui volto appare in uno dei video.
La genesi del caso risale a metà gennaio, quando un rappresentante di classe, supportato da altri genitori, si è rivolto alle forze dell’ordine. Le prime segnalazioni parlavano di “strane attenzioni” da parte del docente, confermate poi dai racconti raccolti. Alcuni studenti, segnati dall’esperienza, sono seguiti da psicologi, mentre la scuola, guidata dal dirigente Vincenzo Giammalva, ha espresso vicinanza agli allievi e fiducia nella magistratura, cercando di ristabilire serenità.
Il secondo indagato, che avrebbe spinto i ragazzi a filmare, rischia ora di rispondere per aver agito al di fuori del coordinamento investigativo, compromettendo la privacy delle persone coinvolte. La Procura sta analizzando il materiale sequestrato per valutarne l’impatto sull’inchiesta principale.