Carceri, SOS del sindacato degli agenti: “Lo Stato ha alzato bandiera bianca, siamo soli”

Il report del Spp snocciola dati da prigioni sudamericane: sovraffollamento, suicidi, morti sospette e aggressioni. Aumentano i detenuti, mentre diminuiscono gli organici delle guardie.

Roma – Sono numeri da resa incondizionata quelli riassunti nel report redatto dal segretario generale del Spp (Sindacato di polizia penitenziaria), Aldo Di Giacomo, riguardo la catastrofe in corso nelle carceri italiane, dove dice il sindacalista “l’emergenza ha raggiunto il livello storico più allarmante di sempre, determinando una situazione del tutto fuori dal controllo dello Stato”.

Secondo il report, dall’inizio dell’anno si sono verificati 183 decessi nelle carceri italiane, di cui 76 sono suicidi, mentre almeno 50 casi restano ancora in attesa di chiarimenti sulle cause della morte. Tra il personale penitenziario ci sono stati 7 suicidi. Si sono registrati 1.022 tentativi di suicidio da parte dei detenuti, molti dei quali sono stati sventati grazie all’intervento tempestivo del personale. Gli episodi di evasione e tentativi di fuga sono aumentati del 700%, con gli agenti che sono riusciti a catturare gli evasi in tempi rapidi. Le aggressioni contro la polizia penitenziaria hanno raggiunto la cifra di 1.950, con le carceri della Campania in cima alla lista, seguite da quelle della Lombardia e del Lazio. Si sono inoltre verificate 752 proteste collettive, 386 ferimenti e 2.803 colluttazioni.

Il numero di detenuti è cresciuto di 15.000 unità, con una media di 300 nuovi ingressi al mese, portando il totale a 61.480, a fronte di una capienza regolamentare di 47.067 posti, con un sovraffollamento del 130,59%. Nel frattempo, il personale carcerario è diminuito di 12.000 unità a causa dei pensionamenti, compensato solo in minima parte dalle nuove assunzioni. Il ritrovamento di droga e telefoni cellulari è aumentato rispettivamente del 400% e 600%, con sequestri di alcuni chilogrammi di sostanze stupefacenti al mese.

Nei primi mesi dell’anno nelle carceri ci sono state 752 proteste collettive

Di Giacomo sottolinea che “questi dati collocano le carceri italiane tra le peggiori in Europa, avvicinandole a quelle sudamericane“, una situazione confermata anche dalle condanne inflitte all’Italia dalla Corte europea. Il peso di questa crisi ricade pesantemente sul personale penitenziario, che conta circa 31.000 agenti, con organici fortemente sottodimensionati. Su 5.000 nuove assunzioni, 4.000 sono state vanificate dai pensionamenti, con una media di 800 pre-pensionamenti all’anno. Inoltre, circa 300 agenti abbandonano il servizio pochi mesi dopo essere stati assunti, e i concorsi per nuove posizioni spesso non riescono a coprire i posti vacanti per mancanza di candidati.

A complicare ulteriormente la situazione, c’è stato un aumento del 120% delle malattie professionali, che ha portato a un incremento delle assenze per malattia dovute alle aggressioni subite e alle difficili condizioni di lavoro degli agenti. “Lo Stato ha ormai gettato la spugna“, aggiunge Di Giacomo, “lasciando il personale a fronteggiare da solo la criminalità organizzata, che continua a gestire i traffici illeciti dalle celle con l’uso di telefoni cellulari”.

I recenti decreti approvati dal governo, secondo Di Giacomo, sono stati “come somministrare un’aspirina a un malato terminale“. Manca ancora un piano strutturale per affrontare in modo organico i problemi cronici di sovraffollamento, la carenza di personale, i suicidi, le morti in carcere, le aggressioni e il traffico di droga. “Non è più tempo di soluzioni temporanee o di annunci”, conclude, “siamo ormai da oltre mille giorni senza un rinnovo del contratto”.

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