Caos sulla Manovra: slittano i tempi per l’approdo in Aula, i nodi da sciogliere

È stallo sulla legge di Bilancio. Si allungano quindi i tempi per l’arrivo del testo sui banchi di Montecitorio per la prima lettura.

Roma – Stallo dei lavori sulla manovra in commissione Bilancio alla Camera: dopo le proteste dell’opposizione, critica per questioni di merito e di metodo rispetto alle modifiche annunciate, il governo non ha depositato gli emendamenti previsti. “C’è la volontà di fare le cose per bene, nel rispetto delle prerogative delle opposizioni e della maggioranza. La fretta è una cattiva consigliera”, ha detto il sottosegretario al Mef Federico Freni lasciando i lavori della commissione. La legge di Bilancio domani sarà ancora sul tavolo della commissione. Entro questa sera scade il termine per i subemendamenti al nuovo pacchetto di modifiche Si allungano quindi i tempi per l’arrivo del testo sui banchi di Montecitorio per la prima lettura. E ancora, non si placano le polemiche per l’emendamento dei relatori che equipara il compenso dei ministri non parlamentari a quelli eletti.

Secondo le ultime notizie c’è quella che le opposizioni hanno scritto al presidente della Camera, Lorenzo Fontana affinché valuti “l’inammissibilità dell’emendamento” alla manovra 2025 e impegni i “relatori proponenti a suddividerlo in proposte distinte e omogenee, in modo da consentire un esame più trasparente e dettagliato”. Alla Camera, dove si discutono gli emendamenti alla Legge di Bilancio, le opposizioni unite (Pd, M5S, Avs, Italia Viva) si sono rivolte, con una lettera visionata dall’AdnKronos, alla terza carica dello Stato per intervenire sul testo 2.62, depositato ieri sera dai relatori in commissione Bilancio. Le opposizioni, eccetto Azione, lamentano “la struttura estremamente eterogenea dell’emendamento comprometta significativamente la possibilità per i deputati di esprimere una scelta libera e consapevole sulla volontà legislativa”.

Tra le ultime novità emerse, si va verso un aumento di 8 euro al mese delle pensioni minime; web tax solo per le grandi aziende; giù la tassa sulle plusvalenze delle criptovalute; mini-decontribuzione per il Sud. Protestano le opposizioni contro l’emendamento che aumenta lo stipendio dei ‘tecnici’ nel governo. Intanto nella serata di ieri è stato depositato un ulteriore pacchetto di sei emendamenti dei relatori. Oltre a questi c’è il deposito di un altro fascicolo di riformulazioni di emendamenti parlamentari. I due pacchetti insieme recepiscono, di fatto, le norme previste nel maxi-emendamento del governo che era circolato in forma di bozza. Quelli dei relatori sono divisi per materia in maniera congrua. Il termine per i sub-emendamenti al nuovo pacchetto di modifiche è fissato per oggi alle 20.30.

Ieri sono filtrate diverse bozze delle modifiche. Molte le conferme di norme frutto dell’intesa raggiunta nell’ultimo vertice di maggioranza con la premier Giorgia Meloni, i vicepremier, il leader di Noi Moderati e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. L’Ires premiale, che cala di 4 punti per chi investe e assume con un contributo delle banche; la riduzione della tassa sulle criptovalute e l’esclusione delle start up dalla web tax. Ma anche il bonus elettrodomestici, voluto dalla Lega così come il fondo dote familiare per le famiglie con Isee sotto i 15mila euro per le attività sportive e ricreative extra scolastiche dei figli tra i 6 e i 14 anni. Non porterà invece risorse alla manovra – ma “non è stato un flop”, lo difende il viceministro al Mef Maurizio Leo – il concordato.

Si va verso un aumento di 8 euro al mese delle pensioni dei soggetti disagiati over 70, da quanto emerge dalla bozza di un emendamento del governo alla manovra. Nel 2025, si legge nel testo, l’importo mensile della maggiorazione sociale del trattamento pensionistico degli over 70 in situazioni disagiate è incrementato di 8 euro. Sale di 104 euro, inoltre, il reddito massimo che fa decadere dal beneficio. Sulla web tax con la modifica del governo si applicherà solo alle grandi imprese, con ricavi sopra i 750 milioni di euro. Cambia definizione anche la tassa sulle plusvalenze realizzate dalla vendita di criptovalute, che scende al 26% nel 2025 (nella manovra era al 42%), e poi salirà al 33% dal 2026. Sparisce però la soglia di 2.000 euro, ovvero si applicherà a tutte le transazioni, anche piccole.

Novità anche sul fronte famiglie, soprattutto le più svantaggiate: un ‘Fondo dote famiglia’ da 30 milioni di euro rimborserà le spese per lo sport o le attività extrascolastiche per i figli tra i 6 e 14 anni dei nuclei con Isee sotto i 15mila euro. Un bonus da 100 euro, doppio per chi ha chi ha redditi sotto i 20 mila euro, aiuterà invece nell’acquisto di elettrodomestici. Tra le misure pensate per fare cassa, c’è il nuovo contributo richiesto alle banche attraverso la riduzione ulteriore (dal 65% al 54%) della quota di deduzione delle svalutazioni e perdite su crediti. In sostanza si allarga la base imponibile degli istituti di credito e dunque aumenta il gettito per lo Stato. Dovrebbe portare ad entrate aggiuntive tra i 400 e i 500 milioni di euro.

C’è poi l’aumento delle tasse su giochi e scommesse: 25,5% sui giochi di carte o bingo a distanza, 20,5% per le scommesse sportive dal vivo, 24,5% online. E l’aumento delle tasse d’imbarco che salgono di 50 centesimi per i voli extra Ue. Cambia infine anche una norma che aveva da subito sollevato un’ondata di critiche e dubbi: quella sui controllori del Mef nelle società che ricevono contributi statali. La modifica in arrivo esclude la presenza di rappresentanti del ministero dell’Economia nel collegio dei revisori dei conti, ma vara una stretta sui controlli per quelle che percepiscono contributi statali oltre il 50% del fatturato, con l’obbligo di certificare la Mef il bilancio.

Altra novità: dal 1 gennaio 2025 la Naspi, o assegno di disoccupazione, verrà esteso anche a chi si dimette volontariamente dal posto di lavoro. Un emendamento alla Manovra depositato sabato dai relatori introduce una nuova casistica tra quelle di accesso alla Naspi, ovvero chi ha presentato dimissioni volontarie dal proprio posto di lavoro a tempo indeterminato. Deve però avere almeno 13 settimane di contribuzione.

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