Anche gli Ermellini, come già i giudici di primo e secondo grado, danno ragione al dipendente: “Un’attività ricreativa, come il canto, non pregiudica la guarigione”.
Roma – Un dipendente di Cotral, azienda di trasporti laziale, era stato licenziato nel 2020 dopo essere stato sorpreso a esibirsi come cantante di piano bar durante un periodo di malattia certificata. Gli investigatori incaricati dall’azienda avevano documentato l’attività in tre occasioni nel 2019, sostenendo che fosse incompatibile con lo stato di malattia dichiarato. Tuttavia, i giudici di primo e secondo grado, e ora anche la Cassazione, hanno dato ragione al lavoratore, annullando il licenziamento.
Secondo la Cassazione, un’attività ricreativa, come il canto, non pregiudica necessariamente la guarigione, soprattutto se il certificato medico non ne vieta esplicitamente lo svolgimento. La Corte ha sottolineato che l’azienda non ha dimostrato che l’esibizione musicale fosse dannosa per la salute del dipendente, affetto da ansia. Inoltre, è stato riconosciuto che l’attività di piano bar non era remunerata e si svolgeva fuori dall’orario lavorativo.
Cotral aveva contestato anche un uso improprio dei permessi concessi ai sensi della legge 104/1992. Secondo l’azienda, il lavoratore non aveva dedicato l’intera giornata all’assistenza del padre, ma si era impegnato in attività personali. La Cassazione ha ribadito che il permesso è legittimo anche se l’assistenza non viene prestata continuativamente, purché sia dimostrato un collegamento concreto con le esigenze del familiare.