Cancellato l’abuso d’ufficio: a chi giovano gli “effetti” della riforma Nordio

Dalla consigliera Natoli a Luca Palamara, la lista di pubblici ufficiali e politici che possono essere “salvati” con le modifiche approvate.

Roma – Il consigliere del Csm Rosanna Natoli, ex componente della sezione disciplinare del Csm in quota FdI, indagata dalla Procura capitolina per rivelazione di segreti d’ufficio e abuso d’ufficio. Ma anche Luca Palamara assolto di recente a Perugia dall’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio e che quindi potrebbe chiedere la cancellazione delle condotte per cui la magistratura l’ha perseguito. E ancora, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, che quando era primo cittadino fu travolto nell’inchiesta sulle cooperative di Buzzi e Carminati. Secondo quanto riporta Repubblica potrebbe esserci una lista di politici e magistrati “salvati dalla riforma Nordio”.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato, nell’ultimo giorno prima del termine dei trenta che stabilisce la legge, il disegno di legge Nordio che riforma il codice penale, il codice di procedura penale e l’ordinamento giudiziario. Il testo prevede, tra le altre cose, l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. Era stato approvato in via definitiva dalla Camera lo scorso 10 luglio. Viene abolita la norma del codice penale (art.323) che punisce il pubblico ufficiale che violando consapevolmente leggi, regolamenti o l’obbligo di astensione, cagiona un danno ad altri o si procura un vantaggio patrimoniale. Nel 2020 questo articolo era stato modificato specificando che il reato non si poteva configurare in presenza di margini di discrezionalità amministrativa nell’adozione di un provvedimento. Ora questa disposizione viene cancellata del tutto.

Nel frattempo, però, il governo, con il decreto carceri, ha reintrodotto una parziale copertura penale per gli abusi patrimoniali dei pubblici ufficiali. E si prevede la pena da 6 mesi a 3 anni per chi, sempre che non residuino margini di discrezionalità amministrativa nel provvedimento, danneggia terzi o si avvantaggia destinando somme di cui è in possesso a finalità diverse da quelle previste dalla legge. Si tratta di quello che prima del 1990 era detto “peculato per distrazione”. Si restringe l’ambito di applicazione del traffico di influenze. La mediazione viene ritenuta illecita se finalizzata a far compiere un reato ad un pubblico ufficiale. Si elimina l’ipotesi della ‘millanteria’ e restano le condotte più gravi. Sul piano sanzionatorio, aumenta il minimo edittale della pena: da 1 anno e 6 mesi a 4 anni e 6 mesi.

La cancellazione del reato di abuso d’ufficio, contenuta nel ddl Nordio promulgato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è “una scelta dannosa” per il segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati, Salvatore Casciaro, che aggiunge: “per giustificarne l’abrogazione è stato detto che c’erano molte indagini e pochissime condanne. Ma, focalizzare l’attenzione sul numero di condanne e non sul disvalore del fatto, è fuorviante. Non mi pare d’altronde che analogo approccio il Governo abbia avuto per il nuovo reato anti-rave per il quale, dal dì della sua introduzione, ci sono stati pochissimi procedimenti e, a quanto consta, nessuna condanna”, osserva Casciaro.

Salvatore Casciaro

E afferma ancora: “La verità è che l’abrogazione dell’abuso d’ufficio lascerà il cittadino più solo e indifeso di fronte alle angherie dei pubblici ufficiali. Alcune delle vittime proveranno forse a reagire censurando la legittimità degli atti amministrativi dinanzi ai Tar. Beninteso, se e quando potranno permetterselo, visti i rilevanti costi dei relativi giudizi. Chi non vorrà o non potrà farlo, si dovrà rassegnare invece al sacrificio dei propri diritti e delle proprie libertà”. La cancellazione dell’abuso d’ufficio, con il simultaneo inserimento nel decreto carceri del reato di peculato per distrazione, ha provocato reazioni. La presidente della commissione Giustizia al Senato, Giulia Bongiorno, tra le più preoccupate del rischio di cancellare il reato nell’ottica di violazioni di norme europee.

“La norma sull’abuso d’ufficio era molto problematica e dunque è stato giusto intervenire. Averla abrogata però -dice Bongiorno – non significa che i cittadini restano privi di protezione. Infatti stiamo esaminando nella commissione che presiedo al Senato, nuove forme di tutela dei cittadini da eventuali comportamenti prevaricatori di pubblici ufficiali“. Il pm Luca Tescaroli, in passato procuratore aggiunto tra Palermo, Roma, Firenze e da oggi a capo della procura di Prato, in un’intervista a Repubblica ha fatto notare che il nuovo reato di peculato per distrazione, introdotto nel decreto carceri, non è sufficiente “perché comunque restano dei vuoti di tutela. Ci sono infatti una serie di casi che oggi rientrano nell’abuso d’ufficio e che non verrebbero coperti dal nuovo peculato per distrazione. Faccio degli esempi. L’ipotesi di chi favorisce qualcuno in un concorso pubblico e nelle pubbliche selezioni. E ancora la violazione dell’obbligo di astensione qualora ci si trovi di fronte a un conflitto di interessi”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa