Ancora una volta il Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, è balzato agli onori (si fa per dire) della cronaca, per gli abusi sessuali di gruppo su due bambine di 10 e 12 anni.
Roma – Il complesso è situato a nord di Napoli e fu costruito coi fondi del terremoto del 1980. Si tratta di una sorta di casermoni, uno a fianco all’altro, senza servizi sociali e con lo Stato che è solo…un participio passato. Non poteva che diventare luogo di spaccio sotto il dominio della criminalità organizzata. Secondo quando hanno riportato le cronache cittadine, sono almeno tre i clan che gestiscono il commercio della droga, che è sempre un mercato che non conosce crisi.
Pare che negli ultimi cinque anni i proventi illeciti si sono triplicati. Già nel 2014, in questa zona si verificò un delitto efferato: l’uccisione della piccola Fortuna Loffredo di 6 anni, che precipitò dall’ottavo piano. L’autore dell’insano gesto, all’epoca compagno della madre della piccola, è stato condannato all’ergastolo e la madre della bimba a 10 anni per non aver saputo difenderla dalle brutali attenzioni del compagno. Come accade sempre in queste occasioni, i rappresentanti delle istituzioni, assenti per tanto, troppo tempo, fecero la loro ipocrita passerella, manifestando dolore per il tragico evento e promettendo interventi per riqualificare il quartiere.
E pensare che questa zona viene chiamata “Parco Verde”, ma del colore non c’è nemmeno la speranza, annichilita anch’essa dall’insipienza della politica. L’unico baluardo all’apocalisse è don Maurizio Patriciello, il “parroco degli ultimi”, già noto per il suo impegno contro la camorra nella funesta “Terra dei Fuochi”. Si tratta di una vasta area della Campania, tra la provincia di Caserta e quella di Napoli, in cui sono state interrati rifiuti tossici e speciali. Inoltre, sono presenti diverse discariche abusive su tutto il territorio, soggetti a roghi di rifiuti e diffondendo diossina e altri inquinanti. Per questi motivi è molto alto il numero di specifiche patologie tumorali e leucemie tra la popolazione locale.
Ora il famigerato Parco Verde è di nuovo sotto i riflettori, con le tv che hanno fatto a gara per mostrare gli aspetti più truci della zona, solo per catturare l’attenzione morbosa degli spettatori. Il 31 agosto la premier Giorgia Meloni si è incontrata col don Patriciello, promettendo interventi a breve. Ma dopo la passerella dei politici e la presenza della stampa il rischio è che cali il sipario. Per le persone che vivono tutti i giorni che dio manda in terra in queste zone “maledette”, lo stupro non sorprende più di tanto. E’ molto probabile che si sapeva quello che accadeva, ma tutti sono stati in silenzio, per paura e per mancanza di riferimenti. Sul caso è da segnalare l’intervento di Vincenzo de Luca, governatore della Campania che ha dichiarato:
“E’ un inferno in terra e bisogna istituire uno stato d’assedio vero e proprio militare. È un’espressione forte, ma non riesco a trovarne un’altra. Dobbiamo dire con grande spirito di verità che a Caivano lo Stato non esiste, nonostante l’impegno di forze dell’ordine estremamente limitate”.
E’ noto l’atteggiamento da “sceriffo” del governatore campano e non sorprende l’invocazione dell’esercito, come nelle migliore autocrazie sudamericane. Il recente decreto legge approvato dal governo il 7 settembre scorso che “introduce misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile” può rivelarsi il classico “buco nell’acqua”. Non è, infatti, col carcere ai baby spacciatori che si risolve il problema, ma con un intervento politico-sociale di lungo periodo, fatto di welfare territoriale, altro che militari e carcere.