CAGLIARI – PETROLIO CONNECTION: LA FAMIGLIA MORATTI NELLA BUFERA

ll petrolio non commercializzabile, per motivi bellici, non poteva essere acquistato attraverso canali regolari. Dal Medioriente e dopo aver percorso i territori devastati dalla Jihad dell'Isis, continuava il suo percorso attraverso il Mediterraneo fino a Sarroch. Miliardi e miliardi di dollari scorrevano come l'oro nero.

CagliariIl tortuoso percorso del petrolio non commercializzabile trovava il suo punto di approdo alla Saras Spa, una delle raffinerie più grandi d’Europa. Di proprietà della famiglia Moratti (Letizia Moratti la ricordiamo come sindaco di Milano dal 2006 al 2011), la Saras si trova a Sarroch, una manciata di chilometri da Cagliari, lungo la costa sud occidentale dell’isola. L’insediamento industriale, oltre ad aver deturpato un territorio straordinario, da anni è responsabile di miasmi irrespirabili ormai intollerabili per i cittadini che abitano nella zona ormai irrimediabilmente contaminata.
La raffineria di Sarroch
Il petrolio cosiddetto non commercializzabile, per motivi bellici non poteva essere acquistato attraverso canali regolari, arrivava dal Medioriente e, dopo aver percorso i territori devastati dalla Jihad dell’Isis, continuava il suo percorso attraverso il Mediterraneo fino ad arrivare a Sarroch. Centinaia di milioni di euro scorrevano anch’essi come un fiume, in cambio di tonnellate e tonnellate di greggio, venduto sottocosto. Questa valanga di denaro sarebbe stata poi utilizzata dai signori del petrolio per finanziare la guerra in corso tra l‘Isis, i Curdi e il regolare governo di Baghdad. 

E’ il quadro che descrivono nella loro inchiesta i pubblici ministeri Danilo Tronci e Guido Pani, che hanno eseguito verifiche e sequestri nelle sedi societarie di Milano e Sarroch. Sono sotto accusa i vertici dell’azienda Saras per riciclaggio, falso e reati fiscali. L’accusa di finanziamento terroristico invece è a carico delle sole società di trading internazionale che si occupavano di fare da intermediarie per la compravendita dell’oro nero.

I fratelli Moratti
Il peso e la gravità dell’operazione è quantificabile materialmente nel sequestro di 18 quintali di documenti, acquisiti dalla Guardia di Finanza. Si cerca di ricostruire minuziosamente il percorso del petrolio. Il greggio, secondo le ipotesi degli inquirenti, sarebbe arrivato dall’Iraq clandestinamente, cioè all’oscuro dell’ente nazionale preposto al suo smistamento, passando per la Turchia.

Il periodo a cui si riferisce l’inchiesta sono gli anni tra il 2015 e il 2017 mentre il finanziamento all’Isis, ancora da provare con certezza, risalirebbe al solo 2015. L’esame delle bolle di accompagnamento relative al prodotto, esaminate nel 2016, avrebbero insospettito gli investigatori. Nel 2015 decine di navi erano approdate a Sarroch con un carico che faceva capo alla società britannica Petraco Oil Company. Carichi, a questo punto, ritenuti irregolari.

I terroristi dell’Isis

Il contenuto delle stive era stato precedentemente acquistato da una compagnia delle Isole Vergini che i magistrati ipotizzano facesse parte della la stessa compagine a cui apparteneva la Petraco. La compravendita iniziale del greggio era avvenuta in Turchia ma il carico proveniva invece dall’Iraq. La Saras avrebbe versato diversi miliardi di dollari alla Petraco e una minima parte dell’enorme somma di denaro, sarebbe approdata in Turchia.

Una delle navi della Petraco Oil Company
La Petraco avrebbe poi versato 4 miliardi di dollari al governo federale curdo. I pozzi di petrolio in seguito erano passati sotto il controllo dellIsis, insieme ad altre decine di miliardi di dollari depositati in Medio Oriente a un beneficiario non indicato. Di questa intricata vicenda di scatole cinesi in cui viene versato e sversato l’oro nero e di mazzette che passano di mano in mano,  si era occupata la trasmissione Report con un interessante servizio di Sigfrido Ranucci. A suo tempo i vertici della Saras ovvero la famiglia Moratti avevano negato il loro coinvolgimento dichiarando con una nota al Tribunale di Cagliari, la trasparenza delle operazioni. E meno male. 
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