Al via la raccolta firme online. Obiettivo: tutelare fauna selvatica e vietare l’ingresso dei cacciatori nei terreni privati.
Roma – È stata depositata questa mattina in Corte di Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare che punta a ottenere l’abolizione della caccia in Italia, una maggiore tutela per lupi e orsi, l’ampliamento delle aree protette e il divieto di ingresso dei cacciatori nelle proprietà private. A promuoverla sono sei importanti associazioni animaliste: ENPA, LAV, LAC, OIPA, LNDC Animal Protection e Animalisti Italiani, che annunciano l’avvio della raccolta firme a breve.
Una risposta al “DDL sparatutto” promosso dalla maggioranza
L’iniziativa arriva in reazione al Disegno di Legge presentato al Senato dal centrodestra, sostenuto dai capigruppo Malan (FdI), Romeo (Lega), Gasparri (FI), Salvitti (Civici d’Italia), su proposta del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Il ddl punta a estendere l’attività venatoria, prevedendo persino la caccia primaverile, l’ingresso nei parchi, l’uso di reti per la cattura degli uccelli e l’ampliamento dei poteri di fuoco a guardie giurate di supermercati e banche.
“Una deriva pericolosa contro la volontà della stragrande maggioranza degli italiani, da sempre contrari alla caccia per divertimento”, sottolineano le associazioni.
Gli obiettivi della proposta di legge popolare sono l’abolizione totale della caccia sul territorio nazionale, il divieto d’accesso dei cacciatori nelle proprietà private senza consenso, l’aumento delle aree naturali protette, la tutela rafforzata per lupi, orsi e fauna selvatica e lo stop all’uso di richiami vivi e reti.
La raccolta firme partirà presto online
Una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale, sarà possibile firmare digitalmente tramite SPID o CIE sulla piattaforma istituzionale del Ministero della Giustizia. L’obiettivo è superare le 50.000 firme entro sei mesi per obbligare il Parlamento a discuterla insieme al ddl governativo.
Caccia, un tema che divide
Secondo i dati Eurispes, oltre il 76% degli italiani è contrario alla caccia, considerata una pratica violenta e pericolosa, responsabile non solo della morte di milioni di animali ma anche di numerosi incidenti con vittime umane, oltre a rendere impraticabili boschi e campagne per escursionisti e famiglie.
Le associazioni denunciano come, dal 2022 a oggi, siano state varate norme sempre più permissive verso i cacciatori, tra cui caccia autorizzata in aree urbane e parchi, sterminio sistematico di cinghiali e altre specie, proposta di abbassamento dell’età per la licenza a 16 anni e due procedure d’infrazione avviate dall’UE contro l’Italia.
“Questa proposta è un atto di resistenza civile e democratica contro l’arroganza di una politica che svende la vita degli animali selvatici per consenso elettorale”, dichiarano congiuntamente i promotori.