il Mondo sotto forma di acqua alta, di acqua “ovunque”
Sesso e legge, un connubio complesso.
Stavo impaginando la rubrica legata all’erotismo per questo giornale e, ragionando di parità tra i sessi, a un certo punto mi hanno chiamato. Vi giuro che non me lo aspettavo.
Hai visto Venezia? Non avevo visto Venezia. Ho avuto paura, diamine che foto!
Voglio dire, non è consueto. Tu discuti di altro e a un certo punto ti si presenta il Mondo sotto forma di acqua alta, di acqua “ovunque”. Ti mandano anche le foto. Hai una vaga sensazione di paura.
Ci sono discussioni, pause pranzo, stupidaggini. Di colpo ci sono i morti. C’è la Fenice nuovamente allagata, i negozi devastati, le persone che scappano nude. Esiste un’armonia, tremenda e tanto semplice. Irreale. Un momento in cui ti senti piccolo piccolo e tutto il resto conta zero.
Venezia annega e continua a sprofondare. Come lo abbiamo potuto permettere? Arrivano le leggi, prima o poi arriveranno. Evidentemente ci sentivamo ottimisti: aspettavamo la politica ed il Mose. Il Mose, però, non è finito, e c’è un problema di concessioni e di chiusura dei lavori, e io che sono amministrativista vedo solo tante bocche che boccheggiano.
Prendo fiato. Ci tengo a ribadire il mio concetto: la legge prima di tutto. Non in maniera asettica e insensata, però, ma con ordine. La legge dovrebbe stare davanti, ma non ci riesce. Le immagini da Venezia non lasciano spazio a interpretazioni. La legge è rimasta indietro.
Insisto, non posso farne a meno: ancora, come abbiamo potuto permetterlo? La gente soffre. La gente spera. Le immagini di Venezia parlano da sole. Come Venezia, noi sopravviveremo.