Bufera sul calendario 2025 della polizia penitenziaria: Pd “Immagini gravissime”

Il sottosegretario Delmastro “Allucinata e allucinante polemica dei dem”. Il Sappe “Sinistra lontana dalla realtà delle carceri”.

Roma – Fa discutere il calendario della polizia penitenziaria tanto da creare un caso politico. Nelle foto che accompagnano i 12 mesi del 2025, oltre ai reparti schierati e ai primi piani del personale, si vedono agenti che apprendono le tecniche per immobilizzare a terra una persona, guardie penitenziarie in tenuta antisommossa o a lezioni di sparo, agenti armati con il volto coperto o con i giubbotti antiproiettile. Il Pd, che definisce “gravissime” le immagini che lo promuovono, ne chiede il ritiro perché “la rappresentazione delle carceri come esclusivo teatro di conflitto e violenza rischia di legittimare approcci repressivi, in netto contrasto con il ruolo che il sistema penitenziario dovrebbe svolgere: favorire il reinserimento sociale delle
persone detenute e garantire il rispetto della loro dignità”.

“Abbiamo presentato un’interrogazione a risposta orale al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Giustizia a seguito della pubblicazione del video promozionale del calendario 2025 della Polizia Penitenziaria”, scrivono in una nota i senatori del Pd Cecilia D’Elia e Filippo Sensi. Nel video vengono mostrate immagini da cui traspare un messaggio di mera repressione (utilizzo di manganelli, armi, scudi antisommossa etc) e che lascia basiti per le modalità di esibizione di forza violenta. Queste immagini non rendono merito al lavoro quotidiano di un Corpo preziosissimo per il funzionamento della macchina della giustizia del nostro Paese e ci chiediamo quindi se la premier e il ministro condividono un prodotto editoriale lesivo della immagine e del prestigio della Polizia Penitenziaria, che veicola un messaggio distorto e lontano dai principi e dai valori della carta costituzionale. Chiediamo, quindi, che si valuti l’opportunità di ritirare il prodotto in oggetto”.

Il calendario 2025 della polizia penitenziaria

A difesa del calendario si schiera invece Andrea Delmastro deputato di Fratelli d’Italia e sottosegretario alla Giustizia che definisce “allucinata, allucinante e allucinogena la polemica del Pd”. Dura anche la replica del segretario del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria ai dem: “Dopo l’assordante silenzio sulle aggressioni ai poliziotti penitenziari, le spallucce sulle rivolte, l’indifferenza sul sovraffollamento e l’inerzia nei confronti delle tragedie dei suicidi (oltre ottanta nel 2024) il Partito Democratico ritrova un anelito di voce sulle carceri e lo spreca per sproloquiare sul calendario 2025 della Polizia Penitenziaria”.

Capece aggiunge che “ai nostalgici dei calendari del Corpo del passato, in cui erano immortalati più detenuti che agenti, ricordo che la Polizia Penitenziaria è uno dei quattro Corpi di Polizia dello Stato e fu un Ministro della Giustizia come Oliviero Diliberto – un gigante rispetto a tante formichine – a connotare sempre più ed a valorizzare questa specifica identità dei Baschi Azzurri, appartenenti ad un Corpo di Polizia dello Stato specializzato e quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive. Beati loro, che si indignano per delle foto e che, come lo stolto che guarda il dito anziché la luna, non fanno mea culpa, omettendo di evidenziare le precise responsabilità politiche di chi trasformò le carceri in luoghi di anarchia e illegalità approvando provvedimenti come la vigilanza dinamica ed il regime aperto, la chiusura dei provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria, delle centrali operative e delle basi navali del Corpo”.

Il calendario delle polemiche

Il segretario del Sappe conclude ricordando che i proventi della vendita del calendario sono destinati “all’assistenza degli orfani e dei figli con disabilità del personale – tutto! – dell’Amministrazione penitenziaria. Per questo siamo certi che i parlamentari che oggi criticano il nostro calendario non perderanno l’occasione di dare un segno concreto di solidarietà e vicinanza in questa direzione… Noi siamo pronti a fornire l’Iban dedicato”. Il senatore Ivan Scalfarotto, capogruppo in commissione giustizia di Italia Viva che parla di un’immagine, quella del calendario 2025 della polizia penitenziaria, “inutilmente muscolare e totalmente sbagliata. L’immagine di un corpo attrezzato ad annientare un nemico che in realtà è fatto nella
maggior parte dei casi di disgraziati, deboli, marginali di cui la nostra società non sa esattamente cosa fare”.

Ma il sottosegretario Delmastro cerca di smorzare le polemiche e difende il calendario: “È stato scelto di devolvere l’intero ricavato all’ente Assistenza per il personale, allo scopo di provvedere all’assistenza degli orfani e dei figli con disabilità del personale dell’amministrazione penitenziaria. Il tema fondante del calendario concerne la formazione, in ottica di prevenzione, ma soprattutto tenendo a mente l’articolo 27
della Costituzione,
che non può e non deve essere strumentalizzato ai fini di attacchi personali”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa