La vittima è un muratore indiano di 54 anni. A sparare l’ex militare in pensione che, dopo la fuga, si è gravemente ferito con la stessa arma.
Brescia – Due fatti di sangue nell’arco temporale di un’ora: intorno alle 18 di ieri pomeriggio un muratore di origini indiane viene ferito a morte nel suo appartamento; poco tempo dopo un ex maresciallo dei carabinieri in pensione tenta di togliersi la vita nella sua casa. Gli inquirenti ritengono i due fatti collegati e non gli serve molto tempo per rimettere insieme le tessere del puzzle.
Il movente sono i soldi e tutto è precipitato in un pugno di maledetti minuti. Giuseppe Valetti, 78 anni, ex maresciallo, si presenta a casa di Satpal Singh, muratore di 54 anni di origini indiane, in via Codignole, alla periferia sud di Brescia. Nasce un litigio, volano parole grosse. Poi due colpi di pistola uno va a vuoto, l’altro centra al petto di Singh.
L’uomo viene subito soccorso dalla moglie e da uno dei due figli. I familiari lo portano al pronto soccorso ma quando arrivano in ospedale per il cinquantaquattrenne non c’è più nulla da fare. Valetti, fuggito a bordo della sua Panda parcheggiato poco distante il luogo del delitto, arrivato nel suo appartamento in via Corsica decide di togliersi la vita, puntando contro di sé la stessa Beretta utilizzata per uccidere Singh.
Quando arrivano i soccorsi le condizioni dell’uomo appaiono subito molto serie e anche lui viene portato al Poliambulanza. Una volta identificato l’anziano, i due fatti di sangue vengono messi in relazione. I soldi sarebbero la causa scatenante di tanta rabbia. Soldi che, pare, il figlio maggiore di Singh dovesse al Valetti. Versione che il figlio della vittima nega: “Ci aveva minacciato più volte in passato, diceva che mio fratello gli doveva del denaro per l’acquisto di un appartamento che gli aveva venduto. Nulla di vero. Mio fratello si era fatto il suo mutuo e non gli doveva proprio niente” ha raccontato al Giornale di Brescia.