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Booking.com fa pace col fisco: pagherà 94 milioni di Iva non versata

La procura di Genova aveva contestato alla società di prenotazioni online il reato di evasione fiscale tra il 2013 e il 2022.

Genova – Scoppia la pace tra Booking.com e il fisco. La società olandese, la più grande piattaforma di prenotazione di alberghi online, pagherà all’agenzia delle Entrate 94 milioni di euro, somma dovuta per la mancata applicazione dell’Iva sui suoi servizi tra il 2013 e il 2022, chiudendo così un lungo contenzioso tributario.

Le indagini della Guardia di finanza di Chiavari hanno infatti accertato che la società fatturava le sue prestazioni di intermediazione online, in favore degli albergatori, applicando indistintamente a tutti i clienti italiani il meccanismo del “reverse charge”, in forza del quale l’IVA su ciascuna prestazione è dovuta non dal fornitore ma dal committente (nella fattispecie dall’albergatore o “affittacamere”) ma solo se titolare della relativa partita.

Secondo tale sistema, l’imposta è dovuta dal committente, e non dal fornitore, ma solo se titolare di partita Iva. Booking.com ha però emesso fatture senza l’imposta sul valore aggiunto, anche per gli affittacamere che ne erano privi. L’indagine della Procura di Genova si è sviluppata anche grazie alla documentazione fornita dall’autorità giudiziaria olandese.

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