Bonus mamma congelati in attesa del decreto attuativo: polemica sui ritardi

A più di due mesi dall’ultima Legge di Bilancio si attendono istruzioni sul funzionamento. L’attacco della Cgil “E’ inaccettabile”.

Roma – Il bonus mamma 2025 non è ancora partito, nonostante sia stato previsto nella Legge di Bilancio. Il sostegno alle famiglie con più di due figli, che utilizza il sistema dell’esonero contributivo, ha bisogno di un decreto attuativo per cominciare a funzionare. Questo ne determinerà gli importi e l’esatto funzionamento. Tutte le altre caratteristiche del bonus sono già state decise. Si tratta di una variazione rispetto a quello del 2024: ne riduce la platea puntando soprattutto sulle famiglie meno abbienti. Sono in molti a segnalare le mancanze del governo sul punto. “È un ritardo inaccettabile”, denuncia ad esempio la segretaria confederale della Cgil, Daniela Barbaresi.

Il sindacato chiede quindi “emanare subito il decreto attuativo” e di “corrispondere gli arretrati” (oltre che di estendere il bonus mamme anche alle lavoratrici domestiche e di superare le varie criticità di tale misura, che – secondo la Cgil – riconosce vantaggi maggiori ai redditi più elevati). “Servono vere politiche a sostegno della genitorialità e servizi per l’infanzia”, si legge in una nota. L’esonero, su cui nel frattempo sono intervenute diverse modifiche rispetto alla sua versione originaria (quella contenuta nella Manovra 2024) in realtà è già attivo per alcune categorie di madri lavoratrici, mentre solo per altre bisogna aspettare il decreto attuativo. Questo succede perché ci sono alcune beneficiarie che anche nel 2025 continueranno a essere destinatarie del bonus dello scorso anno.

Per far chiarezza sulla questione nel mese di febbraio era intervenuta l’Inps. Per le madri con tre o più figli, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, non serve aspettare il decreto attuativo: beneficiano già dell’esonero totale di cui alla Legge di Bilancio 2024 fino alla fine del 2026. Per loro si passerà all’esonero parziale dal 2027, salvo modifiche in corso d’opera. Le madri con due o più figli, anche con contratto a termine o autonome, stanno invece aspettando il decreto per l’esonero che non sarà più totale ma parziale.

La Legge di Bilancio 2024 aveva infatti introdotto la nuova misura pensando in prima battuta alle lavoratrici dipendenti – contratto dipendente a tempo indeterminato, contratto part-time o in apprendistato – con tre o più figli a carico (fino al compimento del 18esimo anno di età del figlio più piccolo), concependolo come esonero contributivo totale della quota previdenziale a carico delle lavoratrici stesse, seppur entro la soglia massima di 3mila euro all’anno, cioè intorno ai 250 euro ogni mese. L’applicabilità del bonus veniva prevista dal 1° gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2026.

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