La sperimentazione coinvolgerà 800 studenti in 72 scuole a partire da settembre ma la decisione divide il mondo politico, tra chi parla di “sottomissione culturale” e chi rivendica il diritto al pluralismo alimentare.
Bologna – Dal prossimo settembre, le scuole di Bologna faranno un passo verso un maggiore pluralismo alimentare introducendo nei menù scolastici anche l’opzione Halal. La decisione, annunciata dalla direttrice del Dipartimento educazione, istruzione e nuove generazioni Veronica Ceruti, rappresenta un’evoluzione del servizio mensa che già contempla alternative vegetariane, vegane e menù privi di carne o pesce. Tuttavia, a differenza delle precedenti innovazioni, l’introduzione dell’opzione Halal ha innescato un acceso dibattito che travalica la semplice organizzazione dei pasti scolastici per toccare questioni più profonde legate al rapporto tra servizi pubblici, istanze religiose e convivenza multiculturale.
Che cos’è l’alimentazione Halal
Nel linguaggio islamico, halal significa letteralmente “lecito” e nell’ambito alimentare designa tutto ciò che è consentito consumare secondo la sharia, la legge religiosa musulmana. L’alimentazione Halal prevede l’esclusione di alcuni alimenti considerati proibiti, come il maiale, e stabilisce metodi specifici di preparazione per altri, in particolare per la carne.

La carne Halal deve provenire da animali ritenuti idonei e macellati secondo un preciso rituale che prevede la recisione della gola senza stordimento preventivo, accompagnata dalla recitazione di formule religiose di benedizione. Questo processo mira a garantire il rispetto delle prescrizioni religiose assicurando al contempo un trattamento rispettoso dell’animale fino al momento della macellazione. Sono considerati Halal anche prodotti vegetali, cereali, pesce e latticini, purché non contaminati da sostanze proibite. L’intera filiera, dalla produzione al confezionamento, è soggetta a certificazione da parte di enti riconosciuti dalla comunità islamica.
Una sperimentazione circoscritta
L’iniziativa bolognese non prevede una rivoluzione generalizzata dei menù scolastici ma una sperimentazione mirata che coinvolgerà circa 600-800 studenti distribuiti in 72 scuole del territorio. La carne Halal sarà servita una volta a settimana e unicamente su richiesta delle famiglie interessate. La proposta nasce da un dialogo costruttivo con le comunità musulmane locali e si configura come risposta concreta a un’esigenza espressa da numerose famiglie del territorio.
Le reazioni del mondo politico
La notizia ha scatenato dure reazioni da parte di diversi schieramenti politici. La Lega ha denunciato quella che definisce una “sottomissione culturale” e una “penetrazione ideologica” nelle scuole, paventando un progressivo ridimensionamento della tradizione culinaria italiana a favore di alimenti certificati da autorità religiose.

Anche Fratelli d’Italia ha espresso forti perplessità, sollevando il tema di una possibile discriminazione verso altri gruppi religiosi e culturali. Le argomentazioni hanno aperto questioni più ampie: cosa accadrebbe se altre comunità avanzassero richieste per diete specifiche? Come si può conciliare un’offerta alimentare differenziata con il principio di uguaglianza nell’erogazione dei servizi pubblici?
Il dilemma della scuola pubblica moderna
Al di là delle posizioni politiche, il caso bolognese mette in luce il complesso equilibrio che la scuola pubblica contemporanea è chiamata a gestire. Da un lato, l’istituzione scolastica deve mantenere la propria laicità e neutralità; dall’altro, è tenuta a rispondere alle esigenze di una società sempre più pluralistica e multiculturale.
La questione delle mense Halal rappresenta un banco di prova per verificare se sia possibile conciliare inclusione e integrazione senza compromettere i principi fondamentali del servizio pubblico. La sfida consiste nel trovare un punto di equilibrio che garantisca il rispetto delle diverse tradizioni religiose e culturali senza creare precedenti che possano frammentare eccessivamente l’offerta dei servizi o generare nuove forme di esclusione.