Le donne oggetto di violenze e maltrattamenti non debbono essere lasciate sole dopo le denunce. E' possibile che i partner o gli ex compagni, una volta fuori dal carcere, possano tornare a nuocere. Qualche volta c'è scappato il morto.
Bologna – La violenza sulle donne non conosce tregua. Ancora maltrattamenti, minacce e botte. Questa volta lo scenario è quello della provincia bolognese che, lo scorso week-end, ha registrato, a distanza di poche ore, tre episodi di violenza di genere. Le vittime sono due donne straniere e una italiana.
Il primo caso, in ordine cronologico, è avvenuto venerdì a Crespellano dove una donna si è presentata in caserma per denunciare una serie di maltrattamenti subiti, a partire dal mese di maggio, da parte del marito trentenne, originario di Latina e con problemi di tossicodipendenza. Le aveva inviato un messaggio che recitava:”…Non ci provare o ce ne andiamo in due…”.
L’uomo ha provato, invano, a fermare la denuncia della donna chiamandola ben 39 volte al cellulare e presentandosi 6 volte in caserma. Non essendo riuscito nel suo intento, ha raggiunto la casa della cugina della moglie, accusandola, insieme agli altri parenti, di averla indotta a denunciarlo. A quel punto i familiari stessi hanno deciso di richiedere l’intervento del 112. I carabinieri hanno arrestato il giovane tossicomane.
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Il secondo caso si è invece verificato a Casalecchio di Reno, nella notte tra sabato e domenica, quando una sedicenne ha chiamato il 113 per denunciare che tra i genitori era scoppiata una violenta lite. Il padre della ragazza, un uomo di 45 anni originario di Mantova a cui la magistratura aveva vietato di avvicinarsi alla moglie e di dimorare nella cittadina. Trovato in casa in evidente stato di ebbrezza i carabinieri lo hanno arrestato. La donna, una trentasettenne polacca, aveva convinto il marito a mettersi a letto, visto il suo stato, mentre lei si era chiusa in bagno per paura di ritorsioni. La reazione dell’uomo non si è fatta attendere: è andato su tutte le furie, sfondando la porta del bagno e tentando di strozzarla. Provvidenziale la richiesta di aiuto della figlia alle forze dell’ordine.
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Infine l’ultimo caso a Castiglione dei Pepoli, culminato con l’arresto di un cinquantaduenne di Prato(Fi) che ha preso a calci la moglie, una marocchina di 37 anni. La donna, dopo essere riuscita a fuggire, ha chiamato il 112, raccontando di essere stata oggetto di vessazioni, da parte del marito, per molti anni. Alla vista di numerose ecchimosi e di lividi su una gamba, i militari hanno accompagnato la trentasettenne al pronto soccorso.
In tutti e tre i casi gli uomini sono finiti in manette con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Per fortuna, questa volta, nessuna è stata uccisa.
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