L’indagine, scaturita da dichiarazioni rese da un funzionario pubblico, avrebbe portato alla luce gare di appalto pilotate al Comune di Bari, oltre ai reati di corruzione e truffa. Arrestati i fratelli Alfonso ed Enzo Pisicchio.
Bari – I finanzieri del Comando Provinciale stanno eseguendo nel capoluogo pugliese e in provincia
un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 7 persone (1 in carcere, 4 agli
arresti domiciliari, 2 destinatarie del divieto di esercitare le attività professionali per 12 mesi), emessa
dal giudice per le indagini preliminari del locale tribunale, su richiesta di questa Procura della
Repubblica.
Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono Cosimo Napoletano, in carcere, agli arresti domiciliari Francesco Catanese, Giovanni Riefoli e i fratelli Enzo e Alfonso Pisicchio. Interdizione dall’attività professionale per Vincenzo Iannuzzi e Grazia Palmitessa. Le stesse sono indagate, a vario titolo, per le ipotesi delittuose di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
È in corso anche il sequestro dei beni nella disponibilità di 2 dei soggetti indagati per un valore
complessivo di circa 800.000 euro.
L’odierna operazione costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine, coordinata da questo
Ufficio giudiziario e delegata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di
Bari, scaturita da alcune dichiarazioni rese da un dirigente pubblico, condotta mediante il ricorso a
indagini tecniche, analisi dei tabulati telefonici, servizi di osservazione, controllo e pedinamento,
perquisizioni, riscontri documentali, escussioni in atti e accertamenti patrimoniali, che hanno
consentito di acquisire un grave quadro indiziario in ordine alla commissione di plurimi reati contro la
Pubblica Amministrazione, il patrimonio, la fede pubblica e nel settore tributario.
In particolare, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. (allo stato, fatta salva la
valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) le investigazioni avrebbero permesso,
tra l’altro, di dimostrare:
la predisposizione da parte di un broker assicurativo, in concorso con altri soggetti, di polizze
fideiussorie false, successivamente prodotte ai competenti uffici regionali, a beneficio di numerosi
imprenditori richiedenti l’autorizzazione allo svolgimento di attività estrattiva nelle cave. In tale contesto, sarebbe, altresì, emerso l’utilizzo di polizze false, da parte di due ulteriori società, in procedimenti amministrativi funzionali a ottenere finanziamenti, erogati dalla Regione Puglia, nell’ambito di programmi di investimento e di agevolazioni alle imprese; la turbativa della gara d’appalto bandita dal Comune di Bari per l’affidamento delle attività di supporto alla gestione e riscossione volontaria e coattiva della TARSU/TARES/TARI, dell’ICI/IMU, aggiudicata nel settembre del 2019, con importo a base d’asta di euro 5.526.950; in tale contesto, sarebbero altresì emerse condotte corruttive, poste in essere da pubblici ufficiali in concorso con soggetti privati, funzionali a favorire un Raggruppamento Temporaneo d’Imprese (RTI), risultato poi vincitore.
Più in dettaglio, il RUP avrebbe curato la predisposizione del bando confezionandolo ad arte in modo da attribuire un minor peso all’offerta economica rispetto a quella tecnica, ricevendo in cambio da un imprenditore barese l’utilità rappresentata dall’assunzione della moglie. Inoltre un componente della commissione di gara avrebbe ottenuto analoga promessa per il figlio con l’intermediazione di due esponenti politici locali (fratelli) a loro volta destinatari di ulteriori utilità dal suddetto imprenditore (denaro, assunzioni, promesse di assunzioni ed il finanziamento illecito al partito) per l’opera di intermediazione svolta consistita, tra l’altro, nell’assicurare ed agevolare lo scambio di informazioni sensibili sulla procedura.
Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante impegno profuso
da questa Procura della Repubblica – in sinergia con il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della
Guardia di Finanza di Bari – nel contrasto ai reati commessi dai pubblici ufficiali, a tutela della legalità e
del buon andamento della Pubblica Amministrazione, nonché per affermare la meritocrazia e la sana
concorrenza tra le imprese, a vantaggio della qualità dei servizi offerti e delle opere realizzate.