Sequestro preventivo di 860 mila euro al rappresentante legale di due società di Panicale indagato per averne prosciugato i fondi e procurato il fallimento.
Perugia – Il sequestro preventivo ordinato dalla magistratura ai danni dell’imprenditore indagato giunge a conclusione di una lunga e complessa indagine delle Fiamme gialle, che a sua volta ha preso le mosse da un’attività investigativa svolta nel 2016 dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Perugia.
Sette anni fa i militari accertarono che l’uomo – all’epoca factotum del proprietario della residenza di pregio del XVII secolo Villa Mongiovino, e divenuto in seguito legale rappresentante di molte società riferibili a quest’ultimo – era stato denunciato per aver sottratto una campana in bronzo e ferro risalente al ’500, manufatto di pregio attribuito al maestro Crescimbene da Perugia, asportata dal tetto della villa e consegnata ad un antiquario in conto vendita. Allo stesso modo l’imprenditore aveva spogliato la residenza storica di tutti i beni mobili. Razzia che non è rimasta impunita: l’umo è stato condannato l’anno scorso dal tribunale di Perugia, mentre la preziosa campana, recuperata dagli inquirenti, è stata destinata alla Galleria Nazionale dell’Umbria.
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Sulle condotte disinvolte dell’imprenditore nel 2018 hanno ripreso ad indagare i finanziari. Restava da accertare come l’uomo si fosse procurato il denaro con il quale aveva comprato un appartamento a Perugia intestato alla figlia. L’esame delle movimentazioni bancarie hanno svelato una serie di prelievi in contanti, bonifici, investimenti in polizze tutti addebitati ai conti delle due società, per altro risultate inattive e in debito con l’erario. Non solo, ulteriori accertamenti sulla vendita dei terreni delle società hanno rivelato agli inquirenti che sugli stessi non si era mai svolta nessuna attività agraria, che quindi non avrebbero potuto godere, come invece accaduto, dei benefici fiscali riconosciuti ai beni immobili strumentali all’esercizio di un’impresa agricola.
Oltre all’omessa dichiarazione dei redditi in relazione alle plusvalenze realizzate nella compravendita dei terreni, è emerso inoltre a carico dell’indagato che i proventi delle operazioni di compravendita immobiliare erano finiti nelle sue mani e impiegati per sottoscrivere polizze assicurative a suo nome, per l’acquisto dell’appartamento per la figlia e infine per avviare altre attività commerciali, compreso un ristorante a Perugia. Il tutto mentre le due società prosciugate dai loro fondi venivano dichiarate fallite. Indagato per bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale, nei confronti dell’imprenditore il Gip ha disposto il sequestro preventivo di 861,381 euro, pari ai profitti illecitamente accumulati, somma raggiunta attraverso il congelamento di fondi sui conti correnti, di due polizze assicurative, un fondo pensione, varie partecipazioni societarie e beni immobili riconducili all’indagato.