Aspri contrasti tra Governo e opposizione sulla riforma del Fisco. Il primo obiettivo per l’esecutivo dovrebbe essere quello di abbassare le tasse per tutti con particolare attenzione ai redditi bassi e medi, e una progressiva riduzione delle aliquote Irpef.
Roma – La riforma fiscale è oggetto di contestazioni da parte delle opposizioni. Gli scranni della minoranza alzano le barricate e accusano il Governo Meloni di andare sempre a favore dei più ricchi senza considerare chi è più debole economicamente. Il mantra che viene snocciolato è sempre identico: “È una baggianata dire che si abbassano le tasse a tutti, si favorisce soltanto chi sta meglio, mentre chi ha redditi più alti vedrà maggior guadagno”. In sostanza alcuni leader dell’opposizione pensano che sia una riforma recessiva.
Ma la premier contesta questa narrazione, ritenendo che si vuole speculare sul disagio della popolazione, rappresentando solo slogan privi di fondamento. Peraltro, non veritieri. Per esempio, sottolinea Meloni sui social, è stata inserita una norma nel cosiddetto decreto bollette, che adegua alla “tregua fiscale” le norme penali. Ma è proprio qui che l’opposizione punta il dito, però soffermandosi esclusivamente su un concetto che crea confusione. Cioè, si è voluto artatamente speculare su qualcosa di evanescente, che distorce il senso della normativa per creare presupposti collettivi di malumore e pregiudizio, almeno questa è la spiegazione, in sintesi, del Presidente del Consiglio.
Molta confusione si sta facendo su un principio banale, che però l’opposizione cavalca, affermando che è stato introdotto un condono tributario penale. “Falso“ scrive la premier “noi condoni non ne facciamo. Con la tregua fiscale è prevista la rateizzazione e adeguiamo questa norma stabilendo che il processo rimane sospeso fino a quando l’Agenzia delle Entrate non dice che le rate le stai pagando regolarmente”. Principio ragionevole, d’altronde perché andare avanti con la relativa procedura se si utilizza uno strumento, previsto dalle norme statali, per pagare quanto contestato dall’Agenzia delle Entrate. Non si comprende, oppure si vuole solo fare terrorismo…? Ognuno ha la sua versione. In ogni caso, il primo obiettivo della legge delega sul Fisco dovrebbe essere quello di “abbassare le tasse per tutti con particolare attenzione ai redditi bassi e medi, con una progressiva riduzione delle aliquote Irpef” – conferma la premier.
Ormai è stata approvata la legge delega, una cornice che certamente serve per riempire di contenuti che comportino, almeno nei propositi dichiarati, un Fisco più equo, efficace e nuovo. Si hanno due anni di tempo massimo per completarla. Insomma, Meloni non riesce a stare in silenzio e fare passare come giuste le contestazioni e le affermazioni delle opposizioni, che si sono scagliate contro la riforma senza neanche sapere, se non a grandi linee, su che cosa e in che modo si vuole dopo mezzo secolo cambiare struttura al Fisco. Una ulteriore precisazione, però, è stata fatta. Tra gli obiettivi della delega infatti, vi è quello di mettere ordine alla giungla di detrazioni, deduzioni, esenzioni, crediti d’imposta che costano allo Stato ogni anno circa 125 miliardi di euro. In un intervento pubblico, la premier ha sottolineato di volere incentivare il lavoro e sostenere i salari che sono troppo bassi.
Abbassare gradualmente l’Ires, a patto che quello che le società pagheranno di meno, con una riduzione dell’imposta, venga investito soprattutto in nuove assunzioni a tempo indeterminato. È in buona sostanza l’applicazione del famoso principio “più assumi meno tasse paghi”. Insomma, sul Fisco il Governo di Giorgia Meloni prova a ripartire, come per il ponte sullo Stretto di Messina. E introduce una nuova legge delega, dopo quella non completata dell’esecutivo Draghi, che fa dire al presidente del Consiglio che è una vera e propria svolta, dopo tanti anni di attesa, capace di delineare “una nuova idea di Italia, vicina alle esigenze dei contribuenti e attrattiva per le aziende”. Questi sono gli annunci, ma si spera soprattutto che vi sia giustizia sociale.