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Badante moldava: suicidio o messinscena?

L’autopsia conferma il decesso per impiccagione ma il referto non alleggerisce la posizione giudiziaria degli indagati. I due fidanzati avrebbero litigato violentemente prima della tragedia.

PATERNO’ (Catania) – La baby-sitter moldava di 25 anni ritrovata cadavere il 19 agosto del 2023 in un casolare abbandonato di contrada Polmone è morta per impiccagione. Lo ha stabilito il medico legale che ha eseguito l’esame autoptico sul corpo di Vera Schiopu che, tuttavia, sarebbe stata troppo ubriaca per togliersi la vita. Dunque nulla di fatto per il fidanzato Gheorghe Ciprian Apetrei, 33 anni, che rimane indagato e recluso per omicidio. L’ipotesi accusatoria iniziale avanzata dalla Procura di Caltagirone contro Apetrei era quella della messinscena. L’uomo di origini rumene avrebbe ucciso la compagna, al termine di un ennesimo violento alterco dopo aver ingerito cospicue quantità di alcol, per poi inscenare il suicidio attaccando con una corda il corpo della donna ad una trave del soffitto.

La vittima con il fidanzato Gheorghe Ciprian Apetrei

Infatti l’indagato, pur difendendosi sommariamente con gli inquirenti non avrebbe fornito altri dettagli agli investigatori limitandosi a dire, per altro ad un amico: ”L’ho trovata cosi”. Sembra però che dall’autopsia e dalle successive indagini dei carabinieri siano venuti fuori altri particolari per i quali è probabile che il difensore di Apetrei, l’avvocato Alessandro Lapertosa, possa reiterare al Gip etneo la richiesta di scarcerazione per il proprio assistito. Un altro protagonista della vicenda rimane Costel Balan di 31 anni, contadino e padre di due figli, con precedenti per furto e ricettazione, amico di Apetrei, e pare non presente sulla scena del crimine nel momento in cui Vera spirava. Costel, durante l’interrogatorio con il Gip Giuseppe Tigano, avrebbe ricostruito puntualmente i propri movimenti nel giorno della tragedia.

L’uomo, che non farebbe uso di alcol né di droghe al contrario del suo amico e della vittima, avrebbe riferito gli inquirenti che alle 13 circa di giorno 19 agosto 2023 sarebbe andato via da contrada Polmone per raggiungere, in auto, alcuni conoscenti con i quali avrebbe pranzato a Paternò. Sul tragitto diverse telecamere e testimoni avrebbero confermato la sua versione dei fatti.

La baracca di contrada Polmone dove vivevano i due fidanziati

Una volta rientrato nel podere di Apetrei, dove aveva eletto dimora, avrebbe chiamato il 112 raccontando di aver visto il cadavere penzolante di Vera Schiopu appeso alla trave del casolare abbandonato e sentito le grida di Apetrei alla vista della sua fidanzata morta. Per gli investigatori rimane il dubbio delle macchie di sangue rinvenute sui pantaloncini e sulla scarpa sinistra di Balan nella considerazione che l’ambiente dove giaceva la defunta era cosparso di liquido ematico forse a seguito di un violentissimo litigio fra i due fidanzati.

Fra i protagonisti della tragedia ci sarebbe anche Petru Balan, fratello di Costel, venuto in Italia dalla Romania per un periodo di vacanza. Anche il giovane sarebbe rimasto a lungo con Vera tranne nel lasso di tempo nel quale si farebbe risalire l’omicidio ovvero passate le 17 perché, a suo dire, sarebbe andato a dormire. Il giovane, sentito dagli investigatori, avrebbe confermato due cose importanti ovvero che sino alle 15.30 Vera era ancora viva. Lo confermerebbe un video girato con il telefonino dello stesso Petru che attesterebbe anche l’assenza del fratello Costel, rientrato nel podere di Apetrei alle 17.30 circa dopo un’assenza di oltre 4 ore e mezza. Fra Gheorghe Ciprian Apetrei e Vera Schiopu insisteva una relazione sentimentale piuttosto tormentata che portava spesso i due amanti a liti violente.

Il casolare dove è stata ritrovata impiccata la donna di origini moldave

Anche la mattina della tragedia i due, ubriachi fradici, si sarebbero malmenati a sangue tanto che Vera sarebbe rimasta ferita gravemente al capo forse cadendo e sbattendo la testa su qualche spigolo. La baby-sitter, a detta di Balan, avrebbe tentato più volte di suicidarsi ma l’intervento di amici e conoscenti le avrebbero evitato di riuscirci. L’ultimo tentativo di strozzarsi con un cavetto telefonico si sarebbe consumato in mattinata ovvero qualche ora prima del decesso ufficiale. Vero o falso? Ad ogni buon conto il 14 settembre scorso Balan Costel veniva scarcerato: ”L’alibi di Costel è stato ritenuto valido dal Riesameha detto l’avvocato Lapertosa – dunque il mio assistito è stato liberato. Una volta resi noti gli esiti dell’autopsia vedremo il da farsi.”.

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