Boom di sequestri e ricorsi per i dispositivi illegali: i sindaci scrivono al ministro delle Infrastrutture per uscire dall’impasse.
Roma – Dopo la sentenza della Corte di Cassazione sugli autovelox non omologati, è caos in tutta Italia. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i ricorsi presentati dagli automobilisti sanzionati, le denunce contro sindaci e prefetti, così come i sequestri dei dispositivi illegali. Così tramite l’Anci, i primi cittadini si sono rivolti al ministro delle Infrastrutture perché intervenga urgentemente per risolvere l’empasse. “C’è un vuoto normativo che va risolto. Gli amministratori pubblici, così come i funzionari di polizia locale, non possono lavorare senza regole chiare per utilizzare gli autovelox”, ha affermato il presidente Roberto Pella, precisando che la lettera “non è un ultimatum”.
Tanto che Matteo Salvini intervenendo alla presentazione, a Milano, della campagna Onu sulla sicurezza stradale con il sindaco Giuseppe Sala e Jean Todt ha voluto dare rassicurazioni in merito: “Sul tema della doppia omologazione degli autovelox – ha detto – proprio oggi dovrei firmare una lettera per invitare al tavolo sia l’Anci, che i ministeri competenti per superare le sentenze che hanno messo in difficoltà non solo tanti comuni ma lo stesso ministero”. E ha aggiunto che l’obiettivo è di “arrivare a un testo condiviso con gli altri ministeri e gli enti locali”.
Inoltre, il leader della Lega ha fatto notare: “Con Anci abbiamo due temi caldi, quello del limite di 30 all’ora e quello degli autovelox, conto che li stiamo portando ad punto di caduta di buon senso”. Le zone 30 “dove si ravvisa un pericolo assolutamente sì o in zone limitate della cittá – ha aggiunto -, ma arrivare a superfici di 70, 80%, alte della città a 30 all’ora può comportare un disagio all’operatività della città”. Come con gli autovelox, “dove si ravvisa la necessità é doveroso installarli ma penso non al centro di Milano, ma alle grandi arterie – ha continuato il ministro -, perché si eviti di trasformarlo in uno strumento che ha altri obiettivi”, come quello di fare cassa. “Ci sono zone dove il 30 all’ora e gli autovelox sono necessari e altre zone dove l’obiettivo è altro”, ha concluso.
Ad aprile di quest’anno la Cassazione aveva accolto il ricorso di un automobilista di Treviso sanzionato per eccesso di velocità a seguito di un accertamento effettuato con un autovelox che era stato solo approvato ma non omologato. La sentenza ha aperto le porte a una raffica di ricorsi, dal momento che in moltissimi Comuni si trovano principalmente rilevatori di velocità che non sono stati sottoposti a omologazione. Nel frattempo, sono stati ordinati i sequestri dei dispositivi in molte zone d’Italia, come in Calabria, ma sarebbero almeno dieci le Regioni coinvolte.
Salvini ha poi aggiunto: “Lavoriamo al disegno di legge sulla sicurezza stradale e, quindi, sul nuovo codice della strada e conto che il Parlamento entro settembre approvi in via definitiva il testo”. Il leader del Carroccio ha parlato di “un leggero miglioramento” del numero dei morti sulle strade e degli incidenti con i monopattini, ricordando gli investimenti, “decine di milioni”, messi sul fronte della sicurezza (come per i guardrail). Altro nodo è quello del “dialogo con i sindaci” sulle zone a 30 chilometri orari e gli autovelox, sui quali è necessario “un punto di caduta di buon senso”. Tirando le somme, l’obiettivo è di “chiudere a settembre il percorso” per dare il via libera al nuovo codice.