Piano di controlli nei confronti degli autolavaggi che ha consentito di accertare in un caso che l’attività era priva di autorizzazione, in altri l’impiego di manodopera “in nero”.
Pescara – I militari del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza della città abruzzese, a seguito di una mirata attività informativa, hanno attuato un piano di controlli nei confronti degli autolavaggi finalizzato a verificare il rispetto della normativa ambientale e giuslavoristica tra le province di Pescara e Chieti.
L’attività svolta ha consentito in un caso di accertare che l’attività di autolavaggio era priva delle prescritte autorizzazioni. In considerazione delle specifiche norme che disciplinano il corretto scarico e smaltimento delle acque provenienti dal lavaggio delle autovetture, considerate “acque reflue industriali” in quanto molto inquinanti, le stesse devono obbligatoriamente essere convogliate in appositi impianti di trattamento e depurazione e devono essere preventivamente autorizzate prima di essere immesse nella pubblica rete fognaria.
Per la condotta illecita, il responsabile è stato denunciato alla procura della Repubblica competente in quanto sprovvisto dell’autorizzazione agli scarichi e pertanto è scattato il sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. sull’area adibita ad autolavaggio, impedendo l’aggravarsi e il reiterarsi dell’inquinamento ambientale.
Analoga attività è stata svolta nei confronti di altri soggetti ove sono emersi illeciti legati all’impiego di manodopera “in nero”, in particolare sono stati trovati dipendenti trovati a svolgere le proprie mansioni all’interno dell’autolavaggio, in assenza di regolare assunzione e comunicazione preventiva all’Ispettorato del Lavoro.
Il piano di controlli attuato dal Reparto Operativo Aeronavale di Pescara rappresenta l’impegno quotidiano della Guardia di Finanza su due settori particolarmente delicati, uno è riferito al contrasto del lavoro nero, che è piaga per l’intero sistema economico in quanto sottrae risorse all’erario, minando gli interessi dei lavoratori e la libera concorrenza tra gli operatori commerciali, l’altro guarda alla tutela ambientale, attraverso la quale si aggrava il fenomeno della competizione sleale