GdF e polizia hanno ricostruito i flussi, sequestrato beni e fermato un sistema basato su offerte troppo vantaggiose.
Bergamo – I militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza e il personale della sezione della Polizia Stradale, a seguito di precedenti attività espletate nel luglio scorso, hanno proseguito l’incisiva attività di contrasto nel settore delle truffe on line, con specifico riguardo alla vendita di autovetture usate, pubblicizzate con bassi chilometraggi sui principali siti di annunci web da parte di un soggetto di origine sinti e di una donna italiana.
Lo schema truffaldino cominciava con la pubblicazione, sui più noti canali online, degli annunci di vendita delle auto usate. Successivamente, una volta carpito l’interesse delle vittime, si concordava un appuntamento durante il quale i veicoli venivano mostrati su pubbliche vie o parcheggi in Bergamo e provincia.
Gli acquirenti, convinti di essere di fronte ad un possibile acquisto vantaggioso – anche a causa del basso chilometraggio dichiarato – concludevano la trattativa con bonifico destinato all’azienda della donna.
Nella maggior parte dei casi, solo dopo vari mesi – in presenza dei fisiologici controlli di manutenzione sulle autovetture – gli acquirenti acquisivano contezza di essere stati destinatari di una truffa perpetrata a loro carico. Nell’ambito di tali ispezioni, infatti, veniva spesso accertato come il chilometraggio indicato sul mezzo non corrispondesse a quello reale.
A seguito delle numerose denunce per truffa sporte dai clienti, sono state quindi avviate attività investigative in sinergia tra le due forze di polizia, che hanno anche permesso di ricostruire i flussi finanziari, nonché le posizioni reddituali dei soggetti, evidenziando come il denaro confluito sui rapporti bancari dell’azienda cedente, veniva poi utilizzato per l’acquisto di altre autovetture da reimmettere nel “circuito criminale”. In questo modo il sistema illecito traeva autonomamente il proprio sostentamento e la capacità di consolidarsi sempre più.
Al termine delle indagini, in data odierna, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo ha disposto l’esecuzione di un’attività di perquisizione locale nei confronti dei 2 soggetti indagati, nonché del sequestro preventivo – quale profitto del reato di truffa – di beni e disponibilità finanziarie sino al valore di circa 182 mila euro.
Le ricerche effettuate dalla Guardia di Finanza e dalla polizia di Stato hanno già permesso di sottoporre a sequestro due autovetture, di cui una Jaguar F-PACE del valore stimato di circa 80 mila euro, rapporti bancari, denaro contante, preziosi presso l’abitazione degli indagati e beni immobili.