La 24enne Aurora Maniscalco è precipitata dal terzo piano di un palazzo. Con lei c’era il fidanzato. La famiglia non crede alla versione ufficiale e si oppone alla chiusura del caso.
Secondo quanto riferisce il quotidiano austriaco Kronen Zeitung, il più letto del Paese, la polizia di Vienna ha archiviato il caso della come “un incidente o un possibile gesto disperato”, escludendo quindi ipotesi di reato. Si tratta della morte di Aurora Maniscalco, la 24enne hostess originaria di Palermo che ha perso la vita nella notte tra sabato e domenica, precipitando dal terzo piano di un palazzo nel centro della capitale austriaca.
Interpellata dai giornalisti austriaci, la polizia ha dichiarato: “Dopo aver ascoltato i testimoni e interrogato l’amico della defunta, è rimasta solo la versione di un incidente o di un possibile gesto disperato. Per noi, contrariamente alle affermazioni della famiglia, il caso è chiuso”. Tuttavia, la decisione definitiva spetta alla magistratura austriaca, che si pronuncerà venerdì sull’eventuale accoglimento della ricostruzione ufficiale.
I familiari di Aurora Maniscalco hanno espresso forti perplessità sulla dinamica ricostruita dalle autorità austriache e si dicono pronti a opporsi alla chiusura dell’inchiesta. L’intento è quello di chiedere ulteriori approfondimenti per chiarire eventuali zone d’ombra. A partire dall’autopsia. Sempre la famiglia riferisce di recenti liti di Aurora con il fidanzato, Elio Bargione, 27enne di Palermo, assistente di volo in un’altra compagnia. Sentito dagli investigatori il giovane ha fatto mettere a verbale che “avevamo litigato. Poi l’ho vista correre verso il balcone e lanciarsi nel vuoto”.
Ma la famiglia di Aurora avanza dubbi e propone domande legittime. Si chiede perché nel profilo WhatsApp di Aurora non c’è più la sua foto e perché non si vede più l’ultimo accesso; il motivo per cui la casa non è stata sequestrata; perché nessuno ha pensato di analizzare il cellulare e gli altri dispositivi che usava. Segnala inoltre che il giovane fidanzato ha chiamato la famiglia di Aurora dopo sette ore e che i primi ad arrivare a Vienna sono stati i suoi familiari. La polizia ritiene di avere chiuso il caso, ma in realtà la magistratura ha molto sui cui riflettere. E indagare.