Dopo l’attacco USA ai siti nucleari iraniani, il governo Meloni convoca un vertice d’urgenza. Colloquio con Schlein per una strategia comune: “La via diplomatica resta prioritaria”.
Roma – Il 22 giugno 2025 passerà alla storia come uno dei giorni più critici per la stabilità mondiale negli ultimi decenni. L’attacco diretto degli Stati Uniti contro tre siti nucleari iraniani ha rappresentato un punto di non ritorno nell’escalation del conflitto mediorientale, costringendo l’Italia e l’intera comunità internazionale a confrontarsi con uno scenario che molti speravano di non dover mai affrontare.
L’operazione “Martello di mezzanotte”
Nelle prime ore del mattino, l’aviazione americana ha colpito simultaneamente tre obiettivi strategici sul territorio iraniano: gli impianti nucleari di Fordow, Natanz e Esfahan. L’operazione, denominata “Martello di mezzanotte”, segna il primo attacco diretto degli Stati Uniti contro l’infrastruttura nucleare della Repubblica islamica, superando ogni precedente soglia di confronto tra le due potenze.
La decisione di Washington rappresenta un’escalation senza precedenti nel conflitto che da mesi sta devastando il Medio Oriente, iniziato con l’offensiva di Hamas del 7 ottobre 2023 e progressivamente allargatosi fino a coinvolgere direttamente Iran, Israele e ora gli Stati Uniti.
La risposta italiana: vertice d’urgenza e ricerca dell’unità
Di fronte alla gravità della situazione, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha reagito con tempestività e determinazione. Già nelle prime ore del mattino, ha convocato d’urgenza una conferenza telefonica con i principali ministri del governo per valutare le implicazioni dell’attacco americano e definire la strategia italiana.
Il vertice, che ha visto la partecipazione dei ministri degli Esteri, della Difesa, dell’Interno e dell’Economia, ha affrontato tutti gli aspetti della crisi: dalla sicurezza dei connazionali presenti nella regione agli effetti economici che potrebbero derivare da un’ulteriore destabilizzazione del Medio Oriente.

“La crisi è al centro dell’attenzione dell’esecutivo in tutti i suoi risvolti”, ha sottolineato la premier, evidenziando come l’Italia stia monitorando con particolare attenzione “la situazione dei connazionali nella regione, con cui la Farnesina è in costante contatto, agli effetti economici e di sicurezza”.
Il dialogo trasversale: Meloni-Schlein, quando la politica estera unisce
In un gesto che testimonia la gravità del momento, si è svolto un lungo colloquio telefonico tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. Un confronto che va oltre le appartenenze politiche e che sottolinea come, di fronte alle crisi internazionali, l’Italia sappia ritrovare l’unità necessaria per affrontare le sfide globali.

Il dialogo tra maggioranza e opposizione rappresenta un segnale importante per il Paese e per i partner internazionali: l’Italia si presenta compatta di fronte a una crisi che potrebbe ridisegnare gli equilibri geopolitici mondiali.
La strategia italiana: diplomazia come priorità assoluta
Dalla riunione di governo emerge una linea chiara e coerente con la tradizione diplomatica italiana. “La via diplomatica resta l’obiettivo principale”, fanno sapere fonti di Fratelli d’Italia, ribadendo l’impegno dell’esecutivo per “aprire canali di dialogo tra Israele, Iran e Stati Uniti”.
La scelta di privilegiare la diplomazia non nasce da una posizione di debolezza ma dalla consapevolezza che solo attraverso il dialogo si possono trovare soluzioni durature ai conflitti. Una lezione che l’Italia ha imparato dalla sua storia e dalla sua posizione geografica, che la colloca naturalmente al centro del Mediterraneo e come crocevia tra Europa, Africa e Medio Oriente.
Le preoccupazioni concrete: connazionali e economia
L’attenzione del governo non si limita agli aspetti geopolitici della crisi ma si estende alle ricadute pratiche per i cittadini italiani. La Farnesina ha intensificato i contatti con i connazionali presenti nella regione, monitorando costantemente la loro sicurezza e preparandosi a eventuali operazioni di evacuazione se la situazione dovesse deteriorarsi ulteriormente.

Sul fronte economico, le preoccupazioni riguardano principalmente i possibili effetti sui prezzi dell’energia e sulle forniture di materie prime. Il Medio Oriente rimane una regione strategica per l’approvvigionamento energetico mondiale, e ogni escalation del conflitto rischia di avere ripercussioni immediate sui mercati globali.