Dopo l’inchiesta di Report terremoto nell’Intergruppo parlamentare: si chiedono le dimissioni dell’esponente di Noi Moderati.
Roma – Assofido, associazione aderente al Codacons, ha depositato in Procura a Milano una denuncia dei
confronti di Michela Vittoria Brambilla, parlamentare di Noi Moderati e presidente di Leidaa, la lega nata per tutelare animali e ambiente. Da quanto riferito, l’esposto, che si basa sulla puntata di Report andata in onda domenica scorsa, è finito sul tavolo del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, alla guida del dipartimento che si occupa di pubblica amministrazione. Al momento è stato aperto un fascicolo conoscitivo, ossia senza ipotesi reato e senza indagati. Tutto inizia con l’inchiesta di Report. Una bufera che travolge anche l’intergruppo parlamentare sul benessere animale.
“Abbiamo deciso di abbandonare l’intergruppo – comunicano in una nota i parlamentari del M5S che ne fanno parte, Stefania Ascari, Dolores Bevilacqua, Dario Carotenuto, Sergio Costa, Susanna Cherchi, Alessandra Maiorino, Gisella Naturale – proprio perché vogliamo restare nel merito del lavoro e delle finalità che si pone l’intergruppo, cioè la tutela del benessere e dei diritti degli animali. Avevamo chiesto un passo indietro all’attuale presidente dell’intergruppo, l’onorevole Brambilla, alla luce di quanto emerso dall’inchiesta di Report andata in onda domenica 2 febbraio: anomalie e conflitti di interesse ‘a spese’ degli animali, sui quali l’on. Brambilla ha preferito non rispondere. Sarebbe stato invece importante sentire le sue ragioni e fare chiarezza in sede di servizio davanti ai telespettatori piuttosto che negarsi a un confronto”.
“Riteniamo che non ci siano più le condizioni per portare avanti serenamente iniziative comuni e condivise, – proseguono – anche perché di fatto l’intergruppo non è stato amministrato per niente e non ha prodotto nulla di significativo. Per evitare che la nostra richiesta venisse declassata a un banale gioco di poltrone abbiamo sollecitato la nomina di un nuovo presidente proprio ai membri dei partiti di maggioranza presenti nell’intergruppo. Ma niente. Non aver portato avanti azioni significative, e su più fronti, per la tutela degli animali, essere stati silenti quando bisognava lottare contro le leggi pro caccia e bracconaggio e il non voler fugare le ombre emerse su attività che poco hanno a che fare con il benessere e la difesa dei diritti degli animali, sono per noi motivi sufficienti per uscire da un intergruppo che dovrebbe operare in tutt’altra direzione”.
La prima a tirarsi fuori dall’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali è stata la deputata del Pd Eleonora Evi che ha spiegato la sua posizione anche attraverso i social. “L’inchiesta mette in luce l’uso di fondi dell’associazione Leidaa di cui Brambilla è presidente, anche per iniziative elettorali, ma non solo, da cui la stessa ne ha tratto profitti e vantaggi personali e privati, che nulla avevano a che fare con la causa animalista e ambientalista, tra cui auto blu, alberghi di lusso, vini pregiati – sintetizza Evi – Una circostanza che, oltre a rappresentare un conflitto di interessi, rende del tutto inadeguata la sua figura per la guida di un organo, sebbene informale, che dovrebbe lavorare libero da qualsiasi condizionamento personale”.