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Assenteismo

I “furbi” del badge: assenteismo e truffa

Le indagini rivelano abusi e allontanamenti illeciti da parte di dipendenti che causano danni all’ente pubblico e compromettono la qualità dei servizi offerti.

Tivoli – Nove dipendenti dell’Ente Parco Monti Lucretili sono stati colpiti da un divieto di dimora in seguito a un’indagine che ha scoperto una serie di abusi edilizi nel Varesotto, frode ai danni della Regione Lazio e false attestazioni. In totale, 21 persone sono state indagate per allontanamenti illeciti dal lavoro, causando un grave danno a un Parco di notevole importanza ambientale.

Il Gip del tribunale ha emesso le misure cautelari richieste dalla procura, che vietano ai 9 dipendenti di risiedere a Palombara Sabina, sede del Parco. Questo divieto impedisce loro di continuare le condotte criminali che hanno commesso.

Secondo il Gip, l’indagine ha rivelato un fenomeno allarmante che rappresenta una frode nei confronti dell’ente pubblico e influisce sulla quantità e qualità dei servizi offerti. Gli indagati hanno violato il rapporto fiduciario con la pubblica amministrazione, attestando la loro presenza sul luogo di lavoro mentre si trovavano altrove. Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Guidonia Montecelio e coordinate dalla procura, hanno rivelato un diffuso fenomeno di assenteismo da parte dei dipendenti dell’Ente regionale responsabile del Parco dei Monti Lucretili.

Le riprese che inchiodano i dipendenti – Foto di Canale 10

Durante l’orario di lavoro, alcuni dipendenti si assentavano per svolgere attività personali non correlate al servizio, come fare shopping, andare dal parrucchiere o addirittura tornare a casa per poi registrare l’uscita dal lavoro. Questi allontanamenti illeciti hanno causato una grave perdita di attività lavorativa per l’ente pubblico, penalizzando gli altri dipendenti che invece svolgevano regolarmente il proprio lavoro.

Le indagini hanno dimostrato che la diffusione del fenomeno è emersa anche durante il periodo in cui il personale era in regime di smartworking a causa dell’emergenza sanitaria da COVID-19.

Il divieto di dimora è stato emesso solo nei confronti dei nove dipendenti per i quali gli illeciti allontanamenti sono stati confermati dalle riprese video e dai servizi di osservazione, pedinamento e controllo effettuati. Altri 21 dipendenti sono stati indagati per reati simili, ma i fatti non sono stati considerati sufficientemente gravi per richiedere una misura cautelare.

Le indagini hanno utilizzato telecamere posizionate vicino all’apparecchiatura di registrazione presenze e agli ingressi della struttura, oltre a pedinamenti, per rilevare gli allontanamenti illeciti. Sono state osservate diverse situazioni, come dipendenti che uscivano dall’ingresso secondario dell’Ente Parco a bordo delle proprie auto, un dipendente che si allontanava per trenta minuti per recarsi in una gioielleria e numerosi dipendenti che si allontanavano dal servizio per ore, recandosi a casa o in esercizi commerciali.

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