Assemblea famiglie vittime di mafia, “a noi negata la verità”, Libera è al loro fianco

Don Ciotti, alla vigilia della Giornata che le ricorda, “Vogliono sentire il nome delle persone care assassinate da questa violenza”.

Roma – Ha fatto tappa nella basilica romana di Santa Maria in Trastevere la prima delle due giornate promosse nella Capitale da Libera in memoria delle vittime innocenti delle mafie. Nella chiesa trasteverina è infatti in corso l’assemblea di oltre 700 familiari delle vittime di mafia giunti da tutta Italia. Si susseguono letture, ricordi, testimonianze, interventi istituzionali, prima dei saluti conclusivi del cardinale di Bologna e presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi, e del presidente di Libera don Luigi Ciotti. Presente nella navata il presidente onorario Nando Dalla Chiesa. In serata nella basilica tutti si raccolgono in una veglia di riflessione con una preghiera ecumenica.

La vera e propria 29/a edizione della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie sarà quindi domani con un corteo che partirà alle 9.00 da Piazzale Esquilino per arrivare al Circo Massimo dove verranno letti i nomi delle 1.081 vittime innocenti delle mafie dal 1861 in poi. Oggi, è stato sottolineato, “più dell’80 per cento dei familiari delle vittime innocenti di mafia non conosce la verità
e non può avere giustizia”.
In totale, le donne vittime della violenza mafiosa sono 134. Sono invece 115 i nomi di bambini uccisi dalle mafie. La più piccola è Caterina Nencioni, 50 giorni, uccisa dalle bombe di Via dei Georgofili insieme a tutta la sua famiglia e al giovane Dario Capolicchio. 

“Stanno arrivando centinaia e centinaia di familiari delle vittime innocenti della violenza e del male mafioso – ha detto don Ciotti ai giornalisti -. Non dimenticate mai che la stragrande maggioranza di loro non conosce la verità. Siamo qui per la 29/a volta, per cercare la verità, per non lasciarli soli, per lottare per i loro diritti,
per non dimenticare”. “E’ una memoria viva, non è una celebrazione e tutto finisce lì – ha proseguito -. Una memoria viva che deve tradursi tutti i giorni in responsabilità e in impegno. Noi ci siamo chiesti nell’arco di questi anni il senso e il significato di tutto questo. E poi, lo chiediamo anche a loro, che non conoscono la verità, che hanno perso le persone più care, che vogliono sentire il nome – sentire il nome – di quelle persone care assassinate da questa violenza”.

“Questa mattina – ha detto ancora don Ciotti – abbiamo ricordato da un’altra parte Ilaria e Miran, assassinati a Mogadiscio, e anche lì non si conosce la verità. Siamo qui. Più tardi ci sarà una veglia ecumenica, per saldare un pò di terra con il cielo, per riflettere, nel rispetto delle varie espressioni che rappresentano il loro percorso della vita. E domani con migliaia e migliaia di giovani, che sono tanti in tante parti d’Italia, qui saremo a Roma, proprio per accompagnare loro, e vedrete domani che molti di loro hanno un cartello che portano al collo con l’immagine, la fotografia delle persone che non ci sono più”.

“Chiedono solo la verità – ha concluso il presidente di Libera -. Eppure le verità passeggiano per le vie delle nostre città. C’è chi ha visto, chi sa: è l’omertà che uccide la verità e la speranza ma anche la giustizia”.

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