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Assange patteggia con la giustizia Usa e torna libero, finisce un calvario di 14 anni

Pubblicando centinaia di migliaia di documenti militari americani, il fondatore di WikiLeaks aveva svelato al mondo i crimini di guerra a stelle e strisce.

Londra – Il giornalista e fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, è tornato libero e ha lasciato ieri il Regno Unito e la prigione vicino Londra dove era stato incarcerato per cinque anni.

A mettere la parola fine al calvario subito da Assange per aver fatto niente di più che il suo lavoro è stato un accordo con dichiarazione di colpevolezza raggiunto con la giustizia americana, la stessa che per anni ha braccato il giornalista con una richiesta di estradizione dietro la quale si celava la prospettiva di una condanna all’ergastolo.

Assange libero dopo 14 anni di calvario giudiziario

Assange era perseguito dalle autorità statunitensi per aver pubblicato documenti militari riservati forniti dall’ex analista dell’intelligence dell’esercito Chelsea Manning nel 2010 e nel 2011. Funzionari statunitensi hanno affermato che Assange ha spinto Manning a ottenere migliaia di pagine di dispacci diplomatici statunitensi non filtrati che potenzialmente mettevano in pericolo fonti riservate, rapporti di attività significative legate alla guerra in Iraq e informazioni relative ai detenuti di Guantánamo Bay. In realtà i documenti pubblicati svelarono al mondo i crimini di guerra compiuti dagli americani.

Con la pubblicazione inizia il calvario di Assange, che per sfuggire all’estradizione negli Usa, prima si rifugia nell’ambasciata a Londra dell’Ecuador, dove rimane “prigioniero” dal 2012 al 2019, quando viene meno la protezione del paese sudamericano e per il giornalista australiano si spalancano le porte del carcere inglese.

Ieri, dopo lunghi mesi di trattative sotterranee con Washington, Assange ha però trovato un accordo: si è dichiarato colpevole dei reati che gli sono contestati in cambio della propria libertà. Il fondatore di Wikileaks “ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh la mattina del 24 giugno, dopo avervi trascorso 1.901 giorni – si legge in un comunicato pubblicato sull’account X dell’organizzazione – Gli è stata concessa la libertà su cauzione dall’Alta corte di Londra ed è stato rilasciato nel pomeriggio all’aeroporto di Stansted, dove si è imbarcato su un aereo ed è partito dal Regno Unito“.

L’attivista, adesso, è diretto in territorio americano, nelle Isole Marianne Settentrionali, per affrontare un giudice come parte del patteggiamento che dovrebbe ridargli la libertà e la possibilità di tornare in Australia. Si prevede che comparirà in tribunale domani mattina ora locale. “Assange dopo più di cinque anni in una cella di 2×3 metri, isolato 23 ore al giorno, presto si riunirà alla moglie Stella Assange e ai loro figli, che hanno conosciuto il padre solo da dietro le sbarre”, conclude la nota di Wikileaks.

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