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Aspiranti modelle costrette a prostituirsi, condanne definitive a papponi e cliente

La Vanity Models Management era in realtà un bordello dove le ragazze, anche minorenni, si vendevano per 50 euro o un posto in prima fila alle sfilate.

PALERMO – L’agenzia di modelle non era altro che una casa di tolleranza dove ricevere clienti per incontri erotici a pagamento anche con minorenni. Alle giovanissime prostitute venivano riconosciuti 50 euro o un posto in una sfilata di moda. Dietro la “Vanity Models Management”, corrente in via Principe di Belmonte 93 a Palermo, c’erano Francesco Pampa e Massimiliano Vicari che dovranno scontare, rispettivamente, 11 e 4 anni di carcere nella qualità di titolari del bordello in pieno centro storico. Anche ad uno dei clienti più facoltosi, Filippo Giardi, sono stati inflitti 2 anni di reclusione. Le condanne risalgono ad alcune settimane addietro quando la Suprema Corte di Cassazione, terza sezione presieduta da Andrea Gentili, ha ritenuto inammissibile il ricorso di Pampa e di Giardi mentre la condanna di Vicari era già definitiva perché non impugnata.

Altro che casting per le belle ragazze minorenni…

Gli Ermellini hanno anche confermato il risarcimento del danno provocato ad alcune ragazze, difese dagli avvocati Nino e Marco Zanghì, Silvia Sansone, Giuseppina Cicero, Alessandro Martorana e Giovanni Maria Saitta, che si sono costituite parte civile nel processo e alle quali erano state concesse provvisionali per complessivi 75 mila euro. Anche in primo grado di giudizio, con rito abbreviato, e poi in secondo, il castello accusatorio del procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e del sostituto Sergio Mistritta aveva resistito agli scossoni della difesa a riprova della bontà delle indagini coordinate dalla Procura ed eseguite dalla Mobile palermitana che portarono all’arresto dei due gestori nel 2021.

Nell’estate del 2020 la madre di una delle modelle mancate, allora di 15 anni appena, aveva denunciato quanto subìto dalla figlia costretta a prostituirsi in cambio di somme che variavano dai 50 ai 150 euro, a seconda delle prestazioni e del cliente. Pare che Pampa, in quella e in altre occasioni, avrebbe non solo organizzato gli incontri con altri uomini ma anche riscosso i soldi per poi pagare egli stesso un amplesso con le ragazze che venivano in agenzia. Dopo la prima denuncia era venuto fuori lo schifo che aleggiava in quegli uffici dove tutto si faceva tranne che lavoro serio e dignitoso. Subito dopo l’arresto Vicari ammetteva le proprie responsabilità e si dichiarava pentito di quanto provocato alle ragazze mentre Pampa sceglieva un linea difensiva diversa che ha finito col peggiorare la sua situazione giudiziaria:

Max Vicari e Francesco Pampa

” Erano state loro a chiedermi di fare sesso – avrebbe riferito Francesco Pampa in spontanee dichiarazioni – erano ambiziose e volevano fare la bella vita. Erano felicissime di buttarsi addosso agli uomini. Se c’è una vittima quella sono io, sono arrabbiato, mi hanno tradito…Bastava farle bere e aprivano le cosce, erano disadattate e drogate…”.

L’indagato veniva zittito dai magistrati per le sue frasi volgari e tendenziose e veniva trasferito in cella. Di contro la versione delle vittime era diametralmente opposta:

”Negli ultimi anni, mentre ero ancora minorenne, ho avuto rapporti sessuali con Francesco e Maxha detto una ragazza davanti ai giudici – Non soltanto con loro ma anche con altre persone di cui non conosco i nomi, ma so che erano piene di soldi…Mi hanno fatto una specie di lavaggio di cervello… Ero un loro oggetto, se volevano che mi girassi, me lo chiedevano, se volevano che stessi in piedi, la stessa cosa, se volevano un rapporto orale idem…Per ogni rapporto sessuale percepivo dai 50 ai 150 euro sempre in contanti…”.

L’arresto di Francesco Pampa

La giovane ha raccontato che sarebbe stato Pampa a beccarla su Facebook nel 2015 e subito dopo avrebbe accettato di fare un provino in ufficio. L’aspirante modella avrebbe pagato al titolare 150 euro per il book fotografico e 50 euro per l’iscrizione all’agenzia. Poi l’approccio a luci rosse quando la ragazzina sarebbe rimasta sola in ufficio con Pampa il quale le chiedeva di indossare un costume rosso di pizzo. Vinte le ritrosie della minore Pampa consumava un primo rapporto sessuale a cui ne sarebbero seguiti tanti altri a 50 euro l’uno. La ragazzina ormai in balia dell’uomo avrebbe avuto rapporti anche con Vicari e tanti altri uomini. Poi gli arresti ed i sigilli.

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