Era stato arrestato dai carabinieri dopo aver messo a segno un colpo nei confronti di una coppia di fidanzati a Sansepolcro.
Arezzo – Si fingeva un esponente della ‘ndrangheta calabrese, per intimorire le vittime dei colpi messi a segno. Per una rapina nei confronti di una coppia di fidanzati, un 23enne è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, quindi prelevato e portato in carcere. L’uomo, un italiano che all’epoca dei fatti era residente nel paese umbro di San Giustino, venne arrestato dai carabinieri di Sansepolcro la notte del 16 ottobre.
Il 23enne aveva tentato di bloccare l’auto condotta da un ragazzo di ritorno da una serata, ma non ci riuscì poiché intralciato dalla presenza di una pattuglia dei carabinieri. Non contento però il rapinatore cambiò obiettivo: si avvicinò a una coppia di giovani seduti su una panchina a Largo Porta del Ponte di Sansepolcro. “Sono della ‘ndrangheta“, avrebbe esordito, “e con me ci sono altri del clan. Se non mi date tutti i soldi che avete, li vado a chiamare e vi ammazziamo“.
Prese portafogli e borsetta, (pochi euro di bottino) e diede pure uno schiaffo alla ragazza portando via gli occhiali da vista che indossava. All’epoca dei fatti, le ricerche dei carabinieri di Sansepolcro portarono all’immediato arresto del rapinatore, che venne successivamente rimesso in libertà in attesa del giudizio.
Giudizio arrivato con un provvedimento restrittivo in carcere eseguito sempre dai carabinieri di Sansepolcro in collaborazione con i colleghi del Nucleo Investigativo di Arezzo, che hanno portato il rapinatore in carcere per l’espiazione della sua condanna definitive a 2 anni e 8 mesi. Il 23enne è difeso dall’avvocato Eugenio Zaganelli che nei prossimi giorni farà ricorso al tribunale di sorveglianza per ottenere la scarcerazione.