Apre la finestra e muore ammazzata

Luisa Manfredi, 14 anni, è morta ammazzata da una scarica di pallettoni il 25 novembre 2003, sul terrazzo di casa mentre usciva dalla cucina per stendere i panni. Il killer era appostato e forse aveva intenzione di colpire la madre, Laura Manfredi, moglie di Matteo Boe, il sequestratore di Farouk Kassam. Dopo vent’anni il caso è ancora insoluto.

LULA – Luisa Manfredi, quattordici anni, studentessa, ha un appuntamento a scuola di danza dove balla il folk della terra di Sardegna. Prima di andarsene esce sul balcone, apre la porta-finestra, fa un passo in avanti prima di venire investita da una scarica di pallettoni che la colpiscono in pieno petto facendola stramazzare sul ballatoio in un lago di sangue. Morirà l’indomani in ospedale dopo una breve agonia. Opera di un cecchino? Certamente di uno che con le armi ci sapeva fare ma che aveva intenzione di tirare addosso a Laura, la madre della vittima, forse per ritorsione nei confronti del marito, Matteo Boe, l’uomo che aveva tagliato l’orecchio al piccolo Farouk. Ma l’omicidio era legato al rapimento? In molti dicono di no.

Laura è un vittima innocente ma per lei non ci sono state manifestazioni né fiaccolate. E nememno testimoni. Nessuno osa prendere un’iniziativa perchè la paura di Matteo Boe è ancora grande e l’omertà regna sovrana, anche fra quelli che qualcosa potrebbero riferirla agli inquirenti. Le investigazioni si orientano verso due direzioni: il delitto passionale e quello a sfondo politico. Per la prima ipotesi si arriverà, addirittura, all’arresto di un ragazzo che avrebbe avuto una brevissima relazione con la vittima. Verrà prima condannato e poi assolto in Cassazione per non aver commesso il fatto.

Matteo Boe

Per l’altra ipotesi si fannno mille congetture che orbitano intorno a Matteo Boe, campione di evasioni e unico criminale riuscito a fuggire dal carcere dell’Asinara oltre che condannato a 20 anni di galera per il sequestro del piccolo Farouk. Un criminale con un cultura politica di sinistra niente male. Inferiore solo a quella della moglie Laura, attivista di estrema sinistra, con la quale si era conosciuti nella facoltà di Agraria di Bologna dove entrambi studiavano.

Un amore folle quello di Matteo e Laura. Fu quest’ultima che lo aiutò ad evadere dall’Asinara nel 1986. La donna ripescò il compagno in mare e lo tirò a bordo di un gommone a motore con il quale i due si diedero alla fuga. Dopo sei anni vennero scoperti in Corsica con tutta la famiglia.

Dagli ambienti politici pare fossero arrivati minacce e violenze contro Laura. Investigatori e magistrati proseguono in questa direzione, prendendo per buona l’ipotesi dello scambio di persona, e indagano Giampiero Cicconi, assessore al Turismo della Giunta municipale diretta dal sindaco Maddalena Calia (Forza Italia), con l’ipotesi di omicidio volontario. Le accsue si rivelano inconsistenti e il caso viene archiviato per essere riaperto nel 2009 onde eseguire nuovi accertamenti balistici sul bossolo da cui era partita la fucilata. Ancora un nulla di fatto.

Laura Manfredi

Laura Manfredi, anni dopo, trasferiva la salma di Luisa nel cimitero di Castelvetro di Modena, per protesta contro l’omertà dei suoi concittadini. Nel 2012 si è sposata con un uomo di Lula allora detenuto in carcere. Il 6 giugno 2017, dopo 25 anni di carcere, l’ex compagno Matteo Boe è stato scarcerato. L’ex dell’Anonima sequestri è tornato al suo paese. Luisa attende giustizia.

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