L’operaio fu colpito a morte nel luglio 2022 mentre montava una zanzariera. I familiari: “Finalmente giustizia”. In carcere Antonio Pipolo, 39 anni, ritenuto affiliato al clan De Micco.
Napoli – Nuova sentenza nel processo per l’omicidio di Antimo Imperatore, l’operaio 56enne ucciso per errore in un agguato camorristico il 5 luglio 2022. La Corte di Assise di Appello di Napoli (quarta sezione, presieduta da Loredana Acierno) ha condannato a 19 anni di reclusione Antonio Pipolo, 39 anni, ritenuto affiliato al clan De Micco.
La vittima si trovava nell’abitazione di Carlo Esposito, vero obiettivo dei killer, per installare una semplice zanzariera. In quel tragico momento, Pipolo sparò uccidendo prima Imperatore, estraneo a qualsiasi contesto criminale, e poi Esposito, legato secondo gli inquirenti al clan rivale De Martino.
In primo grado, Pipolo era stato condannato a 26 anni, ma la sentenza non aveva riconosciuto né l’aggravante mafiosa, né le attenuanti per la collaborazione con la giustizia. Con questa nuova pronuncia, la pena è stata ridotta, ma è stata ribadita la responsabilità dell’imputato per il duplice omicidio.
Nel processo si sono costituite parti civili: l’avvocato Alessandro Motta in rappresentanza della famiglia Imperatore, Gianmario Siani per la Fondazione Polis e Marco Buzzo per il Comune di Napoli.
«Giustizia è fatta – ha dichiarato Motta –. Possiamo finalmente dire che Antimo Imperatore è una vittima innocente della camorra. La sua famiglia, pur devastata dalla perdita, trova un minimo di sollievo nel riconoscimento ufficiale della sua innocenza».
Parole condivise anche dall’avvocato Siani e da Concetta Chiricone, legale della figlia della vittima: «Abbiamo sempre sostenuto che Antimo non aveva nulla a che vedere con la criminalità. È stato colpito mentre lavorava per mantenere la propria famiglia. Un cittadino onesto, strappato alla vita da una mano criminale».