Decapitazioni senza anestesia e topi lanciati contro il muro: il processo che smaschera l’orrore dei laboratori calabresi.
Catanzaro – Il 28 novembre prossimo inizierà uno dei processi più sconcertanti della storia italiana, quello che metterà alla sbarra 27 persone accusate di aver trasformato l’Università Magna Graecia di Catanzaro in un vero e proprio lager per animali. La Procura della Repubblica ha comunicato il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta “Grecale”, un’indagine che ha svelato un sistema criminale in cui la ricerca scientifica si è trasformata in pura barbarie.
Quando la scienza diventa tortura
Le intercettazioni hanno rivelato scene degne di un film dell’orrore. All’interno dei laboratori dell’ateneo calabrese, gli animali venivano sottoposti a decapitazioni senza anestesia, i topi venivano lanciati contro i muri come fossero oggetti inanimati e le condizioni di detenzione violavano sistematicamente ogni protocollo di benessere animale. La temperatura dei laboratori, che per legge dovrebbe essere mantenuta tra 20 e 24 gradi per garantire il minimo benessere ai roditori, veniva regolarmente ignorata, trasformando gli stabulari in vere e proprie camere di tortura.
Ma l’orrore non si fermava alle pratiche crudeli. L’inchiesta ha portato alla luce un intricato sistema di corruzione in cui sarebbero coinvolte l’Università Magna Graecia come ente controllato e l’ASP di Catanzaro come ente controllore, in un perverso gioco di reciproci favoritismi che permetteva di perpetrare questi crimini nell’indifferenza generale.
Il volto del sistema criminale
Al centro di questo scandalo emerge la figura dell’ex rettore, considerato dalla Procura il “capo dell’associazione” criminale che avrebbe orchestrato questo sistema di orrori. Insieme a lui sono finiti nel mirino degli investigatori docenti universitari, dirigenti dell’ASP di Catanzaro e veterinari che, invece di proteggere gli animali, si sono resi complici di un sistema che calpestava ogni principio etico e legale.
I reati contestati dipingono un quadro inquietante: associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato e maltrattamento e uccisione di animali. Un cocktail letale di crimini che ha permesso di ottenere illecitamente finanziamenti pubblici per oltre 23.000 euro, trasformando la ricerca scientifica in un business criminale.
L’operazione che ha svelato l’inferno
Nel gennaio 2025, quando la Guardia di Finanza ha fatto irruzione nei laboratori, si è trovata davanti a uno scenario apocalittico. Undici persone sono finite agli arresti domiciliari, due laboratori sono stati sequestrati e sono state applicate misure cautelari per sospendere dall’esercizio delle funzioni pubbliche i responsabili dell’ASP coinvolti nel sistema corruttivo.

Le false attestazioni e le ispezioni pilotate avevano permesso a questo sistema criminale di prosperare indisturbato, mentre gli animali subivano torture indicibili nel silenzio complice delle istituzioni che avrebbero dovuto tutelarli.
La rivolta delle coscienze
Il merito di aver portato alla luce questo scempio va al Partito Animalista Italiano, rappresentato dall’avvocato Cristiano Ceriello, e alla Lega Antivivisezionista che hanno avuto il coraggio di denunciare quando tutti tacevano. Sedici parti offese si costituiranno nel processo, rappresentando la voce di tutti quegli animali che non hanno potuto gridare la loro sofferenza.
L’inchiesta “Grecale” non è solo la cronaca di un crimine ma lo specchio di un sistema malato dove il progresso scientifico viene usato come paravento per nascondere barbarie e corruzione. La vicenda ha sollevato interrogativi drammatici sulla trasparenza del sistema di controlli nella ricerca italiana e sulla reale capacità delle istituzioni di garantire il rispetto delle normative.
Il 28 novembre inizierà non solo un processo giudiziario ma un vero e proprio processo alla coscienza collettiva. Le pene previste, che in caso di condanna per associazione per delinquere potrebbero superare i sette anni di reclusione, rappresentano solo una parte della giustizia che questi crimini meritano.
Lo scandalo dell’Università Magna Graecia ha svelato il volto più buio della ricerca italiana, dove animali indifesi sono stati trasformati in vittime sacrificali di un sistema corrotto e spietato.