Ancora violenza in carcere. La denuncia del Sappe a Cuneo e a Roma

Il sindacato incontra i vertici del Dap e chiede misure urgenti contro i detenuti facinorosi che non meritano alcun tipo di beneficio.

Roma – Continua la scia di violenze in carcere. Dal penitenziario di Cuneo al minorile di Casal del Marmo nella Capitale. “Quello che è avvenuto nei giorni scorsi nel carcere di Cuneo è semplicemente incredibile ed inaccettabile: lo Stato non può più assistere passivamente al degrado ed alla violenze di una frangia di detenuti che pensa e crede di poter fare, nella detenzione, quel che vuole”. È senza appello l’atto di accusa del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria alle violenze ed alle devastazioni che si sono consumate nelle ultime ore nella Casa circondariale piemontese. Il segretario generale del Sappe Donato Capece ha anche incontrato a Roma (in due colloqui distinti), presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il vice Capo del Dap Lina di Domenico ed il Dirigente Generale del Personale Massimo Parisi proprio per sollecitare urgenti provvedimenti per la realtà penitenziaria della Granda e di Cuneo in particolare. 

“Nel penitenziario di via Roncata si è consumato un gravissimo attacco allo Stato ed a chi lo rappresenta in carcere”, denuncia Vicente Santilli, segretario per il Piemonte: “ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali e della Nazione: siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere. Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”. 

Oltre agli incontri ministeriali, il Sappe si rivolge anche e soprattutto al sottosegretario alla Giustizia, Delmastro Delle Vedove, sollecitando provvedimenti urgenti. Il sindacato ribadisce la “necessità di adottare misure più severe nei confronti dei detenuti violenti reputando che soggetti come questi non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l’art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e fornire al personale strumento adeguato alla propria difesa: dateci in dotazione il Taser, senza perdere altro prezioso tempo”.

Momenti di panico e terribile violenza anche nella struttura detentiva minorile di Roma, a Casal del Marmo. Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sappe spiega che “Sembra davvero inarrestabile la spirale di violenza nell’Ipm di Roma: qui un sovrintendente capo intervenuto per sedare una lite tra detenuti è stato colpito più volte sul volto con un vassoio spezzato da uno dei contendenti. Sembrerebbe che tale azione sia stata particolarmente violenta e pericolosa e il sovrintendente ha rischiato di perdere un occhio”, prosegue il sindacalista. “Queste sono situazioni che destabilizzano l’ordine, la sicurezza e la serenità del personale operante. Pertanto, considerato quanto previsto dal protocollo in vigore, si rende indispensabile disporre il trasferimento degli aggressori in altro istituto penitenziario”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “è ora di rivedere completamente le politiche di gestione e di trattamento dei detenuti minorenni, tra i quali vi sono soggetti con profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e persino da adulti, fino a 25 anni, che continuano ad essere ristretti! La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina o si rappresenta in fortunate serie Tv”.

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