ANCORA 12 MILIARDI DI FUMO: MA DOVE STANNO I SOLDI?

Per il governo prove di magia ed illusionismo. Così si tenta di mistificare, illudere e forse provocare una reazione. Ebbene ci sono riusciti.

Per il governo prove di magia ed illusionismo. Così si tenta di mistificare, illudere e forse provocare una reazione. Ebbene ci sono riusciti. Così le varie categorie imprenditoriali partono all’attacco. Ma si continua ancora con le parole e le promesse mirabolanti di una maggioranza che scricchiola ed ancora alla ricerca della sinergia tra ministeri dell’Economia e del Lavoro. Come in un gioco mentre la popolazione non ce la fa più. Siamo ancora in piena emergenza con imprenditori e professionisti che faticano a riprendere le attività ordinarie. Così è diventata una priorità il sostegno economico per i soggetti più fragili e per quanti patiscono gli effetti nocivi delle restrizioni in parte ancora ostacolo all’effettiva ripartenza. 

Sbloccare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni è questione di sopravvivenza. E al manifestarsi di nuove necessità il governo risponde promettendo altri soldi: stavolta si parla di circa 12 miliardi che serviranno per coprire le anticipazioni di liquidità erogate con il supporto operativo della Cassa depositi e prestiti agli enti locali. I fondi serviranno per assicurare alle imprese e ai professionisti il saldo delle fatture arretrate dovuto dalle pubbliche amministrazioni per forniture, appalti e prestazioni professionali.

Dopo i soldi non versati agli autonomi arrivano le promesse del ministro Gualtieri con interventi immediati. Per come si sono messe le cose ormai è una corsa contro il tempo per le indennità dei professionisti. Il ministro dell’Economia, infatti, cerca di placare gli animi di consulenti del lavoro, dottori commercialisti, avvocati ed altre categorie professionali, annunciando alle commissioni bilancio riunite di Camera e Senato, la stesura del provvedimento attuativo che dovrebbe inoltrare alle casse di previdenza le risorse finanziarie per poter accreditare sui conti correnti degli iscritti, le indennità di aprile e maggio. Proprio per i professionisti e’ stato chiarito che non è più necessario il requisito dell’iscrizione esclusiva alla cassa professionale di appartenenza, consentendo così di ottenere il contributo a molte più persone rispetto a prima. Sempre che non si tratti di promesse alla Pinocchio. Altro importante, presunto passo in avanti da parte del ministero del Lavoro e dell’Economia riguarda la predisposizione del decreto attuativo per mettere in condizione le casse di erogare i 600 euro nei prossimi giorni. Importo questo che, per il mese di maggio, e’ stato annunciato pari a 1.000 euro.

Dove sono i soldi? In aria…

Anche per le imprese Gualtieri ha precisato che l’aiuto si baserà sul rafforzamento patrimoniale attraverso una serie di interventi che dovranno, però, avere il via libera di Bruxelles.

“…Sarà un impegno senza precedenti il sostegno alle imprese – afferma Gualtieri – con interventi per favorire la ricapitalizzazione e contribuire ad assorbire le perdite, in modo da agevolare la ripartenza e garantire, con misure innovative, la salvaguardia delle imprese sia medie che grandi…”.

Ci saranno agevolazioni diversificate corrispondenti agli scaglioni di fatturato. Dunque per le imprese fra i 5 e 50 milioni di fatturato è stata privilegiata la strada degli aumenti di capitale eseguiti dai soci con incentivi fiscali, sotto forma di credito d’imposta (il 20% del conferimento fino a 2 milioni di euro) agli investitori, tanto persone fisiche che giuridiche.

Vantaggi anche per l’utilizzo delle perdite: un ulteriore credito d’imposta è previsto anche a fronte delle perdite 2020: il credito d’imposta è pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto, entro il limite del 30% dell’aumento di capitale eseguito.

Infine è prevista anche la sottoscrizione tramite una società pubblica di strumenti subordinati emessi dalle società tra 10 e 50 milioni di euro di fatturato, per un importo massimo pari al minore fra tre volte l’aumento di capitale e il 12,5% del fatturato 2019.

Basta fumo, ci vuole la carne…

Per le società per azioni con un fatturato oltre i 50 mln di euro arriva il fondo costituito in Cassa depositi e prestiti. L’obiettivo del ministero dell’Economia è quello di avere uno strumento che consentirà di effettuare interventi di supporto alla ricapitalizzazione di società per azioni, con sede in Italia, che abbiano un fatturato superiore ai 50 milioni di euro.

“...Gli uffici del ministero – ha anticipato il ministro dell’Economia – stanno già lavorando anche in questo caso, all’elaborazione del decreto attuativo, con il quale saranno definiti condizioni, criteri e requisiti di accesso per entrambe le modalità. In ogni caso si dovranno tenere presenti le condizioni poste dallo stesso decreto Rilancio: sviluppo tecnologico, infrastrutture critiche e strategiche, filiere produttive strategiche, sostenibilità ambientale e livelli occupazionali…”.

Comunque al di là delle parole e dei comunicati governativi, i contributi a fondo perduto per imprese con disavanzi di fatturato, che rappresentano la novità del decreto Rilancio, sono ancora una sorta di pagherò. Piuttosto quando arriveranno i quattrini veri sui conti correnti degli aventi diritto? Si attendono ancora notizie in merito. Un’altra burla?

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