Traffico illecito di scarti ferrosi sgominato dalla Gdf a Falconara Marittima: scattano sequestri per oltre mezzo milione di euro.
Ancona – Operazione “Metal Castle”, condotta dalla Compagnia di Falconara Marittima: è stata così ribattezzata per l’abnorme quantitativo di rifiuti ferrosi illecitamente trasportati e lavorati, e ha permesso di ricostruire un giro d’affari relativo alla movimentazione di oltre 7mila tonnellate di rottami dove figuravano più di 70 imprese, dislocate principalmente nella provincia di Ancona e Macerata, prive di qualsiasi autorizzazione per poter trasportare o raccogliere rifiuti di ogni genere e quasi tutte rappresentate da soggetti extracomunitari.
Dietro questo traffico illecito si celava anche una frode fiscale di circa 2 milioni di euro, finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Queste fatture erano emesse, nella quasi totalità, da ditte individuali con sede a Falconara Marittima, completamente destrutturate e gestite da soggetti di etnia ROM, privi dei mezzi, del personale e delle attrezzature necessarie per svolgere una così vasta e delicata attività commerciale.
Attraverso indagini tecniche, ricostruzioni documentali e accertamenti bancari, oltre ad attività tipiche di polizia giudiziaria, è stato scoperto che nonostante alcuni indagati fossero già stati soggetti a provvedimenti volti ad inibire l’illecito smaltimento di rifiuti ferrosi, continuavano a svolgere le attività criminose in totale spregio della normativa di settore. Le indagini hanno portato alla denuncia di otto soggetti per utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, occultamento di documenti contabili, traffico illecito di rifiuti e gestione non autorizzata di rifiuti.
Inoltre, ulteriori approfondimenti sulle posizioni reddituali di questi soggetti hanno portato alla scoperta di indebita percezione del “Reddito di Cittadinanza”, avendo dichiarato falsamente di non aver conseguito alcun reddito negli anni oggetto di indagine per ottenere illecitamente il beneficio statale per oltre 50mila euro. L’attività di servizio ha anche portato alla segnalazione di 70 imprese alle competenti autorità. Queste imprese, oltre ad essere rappresentate e amministrate nella quasi totalità dei casi da soggetti risultati “evasori totali”, erano prive delle autorizzazioni e dei requisiti ambientali necessari per poter espletare le operazioni di recupero e smaltimento di rifiuti.
Alla luce del quadro probatorio, il Gip presso il Tribunale di Ancona, su richiesta della Procura ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di disponibilità patrimoniali e finanziarie per un valore complessivo di oltre mezzo milione di euro.