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Anche “Cartiere Pigna” interrompe la collaborazione con Chiara Ferragni. La replica: “Comportamento illegittimo”

Continua la fuga dei brand dall’influencer, finita nella bufera per il Pandoro-gate: “Violato il codice etico aziendale”. Ma la sua società controbatte: “Decisione strumentale”.

Bergamo – Continua la fuga dei brand da Chiara Ferragni a seguito dello scandalo del pandoro “finto benefico” Pink Christmas messo in vendita con Balocco e relativi risvolti giudiziari. Dopo Safilo e Coca Cola, anche la “Cartiere Paolo Pigna Spa” ha interrotto i rapporti commerciali con le aziende collegate alla nota imprenditrice e influencer. La decisione, resa nota dalla società che ha sede ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, è stata assunta “nel rispetto del proprio codice etico aziendale, che si può consultare anche sul portale pigna.it, che esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi“.

La cessazione della collaborazione con l’influencer ha avuto effetto immediato, tant’è vero che sul sito web della storica azienda, fondata nel 1839 da Paolo Pigna nel Milanese ma poi dal 1868 trasferita sulle sponde del fiume Serio, la pagina dedicata alla collezione di cancelleria “Chiara Ferragni Limited Edition” conduceva a un messaggio di “Errore 404”.

Alcuni dei prodotti commercializzati da Pigna con il brand di Chiara Ferragni: l’accordo ora è stato sospeso

La collaborazione tra Pigna e le aziende che fanno riferimento a Chiara Ferragni “è stata di natura unicamente commerciale – precisa l’azienda – e ha riguardato la realizzazione di linee di prodotti di cancelleria per la scuola e per l’ufficio”.

Oggi è arrivata la replica da parte di Fenice Srl, la società licenziante dei marchi Chiara Ferragni, che contesta – si legge in un comunicato – “la violazione da parte di Pigna del contratto in essere e la legittimità della unilaterale interruzione dei rapporti commerciali” da parte dell’azienda produttrice di articoli di cancelleria.

“L’illegittimità della decisione di Pigna è stata aggravata dalla scelta dell’azienda di comunicare al pubblico, prima ancora che a Fenice, la cessazione del rapporto di partnership; una scelta evidentemente strumentale e contraria al dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto. In questo contesto, Fenice si riserva di agire nelle sedi più opportune a tutela dei propri interessi” sottolinea la nota.

Inoltre, Fenice ritiene strumentale il riferimento al codice etico anche in considerazione di una dichiarazione resa ai media in data 23 dicembre 2023 dall’amministratore delegato di Pigna, che aveva definito la collaborazione “proficua e soddisfacente”. Fenice comunica inoltre che “analoghe iniziative di tutela verranno prese nei confronti dei soggetti che abbiano messo in atto comportamenti in violazione dei contratti di collaborazione in essere e pertanto degli interessi di Fenice”.

Lo scandalo apertosi con il “Pandoro-gate” si è esteso a macchia d’olio e nel mirino degli inquirenti sono finite anche le operazioni spacciate per “beneficenza” relative alle uova di Pasqua di Dolci Preziosi e alla bambola “Mascotte Chiara Ferragni” prodotta da Trudi, che sarebbero invece di natura squisitamente commerciale: Ferragni infatti è indagata per truffa aggravata.

La fuga dei marchi è iniziata subito dopo l’inizio delle indagini. L’azienda veneta produttrice di occhiali Safilo ha interrotto l’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni a marchio Chiara Ferragni a causa di non meglio precisate “violazioni di impegni contrattuali”. Poi era toccato a Coca Cola, che ha deciso di fermare lo spot tv che sarebbe dovuto andare in onda a partire dalla fine di gennaio, poco prima dell’inizio del prossimo Festival di Sanremo. 

Nei giorni scorsi anche la Perfetti, produttrice di caramelle e gomme da masticare, ha deciso di ritirare dal mercato le Daygum a edizione limitata griffate Ferragni. E anche se l’azienda ha spiegando che la scelta non è legata agli scandali che hanno travolto l’influencer ma si tratterebbe di un ritiro dell’invenduto già programmato dallo scorso novembre per fare spazio al lancio di nuovi prodotti, il tempismo ha alimentato dubbi e speculazioni.

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